“Squagliateli nell’acido“, “fategli fare la fine di Cucchi“. Erano queste le frasi che alcuni carabinieri scrivevano ai colleghi dopo l’arresto Gabriele Natale Hjorth, e Finnegan Lee Elder, i due giovani americani accusati dell’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, nell’estate del 2019. Per l’omicidio di Cerciello Rega, Hjorth ed Elder sono stati condannati all’ergastolo in primo grado.
Le chat con le frasi dei militari sono state depositate nel processo a carico di Fabio Manganaro, il militare dell’Arma sotto accusa per la vicenda del bendaggio di Hjorth. Dopo l’arresto dei due presunti assassini del carabiniere, infatti, era stata diffusa una foto che ritraeva uno dei due giovani, bendato e immobilizzato in caserma. Per questo motivo Manganaro è a processo: l’accusa è di misura di rigore non prevista dalla legge. Delle chat, avvenute nelle ore successive al fermo dei due americani nel luglio del 2019, scrive oggi il sito di Repubblica. “Li abbiamo presi stiamo venendo al reparto”, scrive un militare nella chat e i colleghi commentano: “Ammazzateli di botte” oppure “speriamo che gli fanno fare la fine di Cucchi“. Il riferimento, chiaramente, è per il giovane morto nel 2009, dopo essere stato picchiato in caserma.
Tra le frasi finite all’attenzione del giudice monocratico anche quella di un militare che scrive: “non mi venite a dire arrestiamoli e basta. Devono prendere le mazzate. Bisogna chiuderli in una stanza e ammazzarli davvero” e altri chiosano: “Bisogna squagliarli nell’acido“. Altri carabinieri, invece, capiscono che la situazione può essere pericolosa: “Eh ci vogliono lasciare mezz’ora in stanza con loro a noi che siamo in tre…Però ha detto che poi rischiamo di fare cazzate quindi non voglio che si alzano mani”. Il rischio, secondo qualcun altro, è evidente: “Li dovrebbe prendere un’altra stazione perché seriamente c’è il rischio che appena sbagliano a parlare li pestate…”, scrive. Un collega suggerisce: “Si ma qualche mazzata ai coglioni se la prenderà, alla fine non si torna indietro”.
Il commento dell’Arma sulle rivelazioni è affidato a una nota stampa diffusa nel pomeriggio: “L’Arma dei Carabinieri ha testé appreso che, nell’ambito del processo a carico del maresciallo capo Fabio Manganaro, per la vicenda del bendaggio di Gabriele Natale Hjorth, sono stati depositati atti di un consulente esterno della Procura relativi a contenuti di alcune chat intercorse tra militari dai toni offensivi ed esecrabili. Non appena gli atti con i nominativi dei militari coinvolti saranno resi disponibili, l’Arma avvierà con immediatezza i conseguenti procedimenti disciplinari per l’adozione di provvedimenti di assoluto rigore”, vi si legge.