Un percorso segnato dalla partecipazione: dal 1 febbraio infatti è iniziato il processo di “consultazione popolare” che permetterà agli oltre 7 milioni di elettori di approvare o respingere il progetto approvato dal Parlamento, proponendo eventualmente modifiche, aggiunte o eliminazioni. Fino al 30 aprile saranno i cittadini cubani, compresi quelli residenti all’estero, a esprimersi sulla bozza
Il governo di Cuba vuol chiudere i conti con il periodo della repressione dell’omosessualità, depenalizzata nel 1979. Nel 2010 arrivarono le scuse di Fidel Castro per un passato di cui il partito si vergognava. Così oggi il Paese si prepara a una nuova rivoluzione tinta di arcobaleno. È così che gli attivisti lgbtq+ di Cuba vivono il processo che sta portando il Paese caraibico a compiere un passo decisivo verso la tutela dei diritti civili approvando un nuovo Codice della famiglia che dovrebbe prevedere – tra le altre cose – matrimoni e adozioni per le persone omosessuali. Una novità che farebbe di Cuba il primo paese dei Caraibi e il secondo del Centroamerica a legalizzare le unioni gay, dopo la svolta della Costa Rica nel 2020. “È un Codice pluralista, che riconosce tutti i tipi di famiglia che esistono”, ha spiegato il presidente cubano Miguel Díaz-Canel, deciso a promuovere la riforma del diritto di famiglia.
Un percorso segnato dalla partecipazione: dal 1 febbraio infatti è iniziato il processo di “consultazione popolare” che permetterà agli oltre 7 milioni di elettori di approvare o respingere il progetto approvato dal Parlamento, proponendo eventualmente modifiche, aggiunte o eliminazioni. Fino al 30 aprile saranno i cittadini cubani, compresi quelli residenti all’estero, a esprimersi sulla bozza di nuovo Codice, prima di far tornare il testo all’Assemblea nazionale del potere popolare (il Parlamento cubano). Infine, un referendum previsto per luglio sancirà definitivamente l’approvazione o meno della riforma.
Il testo mira a garantire i diritti di tutte le “realtà non sufficientemente comprese all’inizio del processo rivoluzionario”, come ha spiegato Mariela Castro, figlia dell’ex presidente Raúl, deputata e direttrice del Cenesex, il Centro nazionale di educazione sessuale cubano. “Questo disegno di legge assomiglia alla società in cui viviamo, una società complessa, diversificata e plurale”. Storica attivista a favore dei diritti lgbtq+, Mariela Castro è tra le principali promotrici del nuovo Codice che andrebbe a sostituire quello del 1975 attualmente in vigore.
Il disegno di legge uscito dall’Assemblea si compone di 471 articoli. Tra le principali novità, spicca sicuramente la possibilità per le coppie dello stesso sesso di sposarsi e adottare. Allo stesso modo, il testo punisce la violenza domestica e di genere e i matrimoni “precoci”, cristallizzando diritti e doveri dei giovani e delle coppie, ma anche di anziani e diversamente abili. Prevista, inoltre, la possibilità di scegliere per i figli il cognome del padre o della madre.
Ad accompagnare i cittadini in questi tre mesi saranno oltre 900mila esperti, tra cui giuristi e psicologi, che presiederanno i 78mila punti di incontro sparsi sul territorio per raccogliere le opinioni dei cubani. Un’ampia consultazione prevista dalla nuova Costituzione, approvata nel 2019, vista l’importanza del tema. Si prevede una prevalenza dei favorevoli al nuovo Codice, che la televisione cubana sta contribuendo a far conoscere ai cittadini. Il risultato, però, non può considerarsi scontato.