Riunione della maggioranza con la sottosegretaria Macina: la votazione degli emendamenti slitta alla prossima settimana. "Oggi avremmo dovuto iniziare i voti ma alcuni gruppi hanno chiesto una dilazione per esaminare meglio i dettagli del testo. Tra l’altro è emersa la volontà unanime di attribuire ad un tribunale collegiale la competenza per decidere sulle richieste di un detenuto per mafia”, dice Mario Perantoni, presidente della commissione Giustizia
Slitta alla prossima settimana la votazione degli emendamenti alla riforma dell’articolo 4 bis dell’ordinamento penitenziario. La norma è quella dell’ergastolo ostativo, che vieta di concedere la libertà condizionale ai detenuti condannati all’ergastolo per reati di tipo mafioso o terrorismo che non abbiano collaborato con la magistratura. La riforma di quella norma deve essere approvata entro i prossimi tre mesi. Nell’aprile 2021, infatti, la Consulta ha bocciato il divieto di liberazione condizionale dei detenuti per reati di tipo mafioso, dando al Parlamento un anno di tempo per riscrivere la norma. Quel termine scade il 10 maggio prossimo.
La commissione Giustizia della Camera ha adottato un testo base di riforma, che ora deve essere esaminato e votato. “La riforma dell’articolo 4/bis dell’ordinamento penitenziario sarà votata la prossima settimana. Oggi avremmo dovuto iniziare i voti ma alcuni gruppi hanno chiesto una dilazione per esaminare meglio i dettagli del testo. Tra l’altro è emersa la volontà unanime di attribuire ad un tribunale collegiale la competenza per decidere sulle richieste di un detenuto per mafia”, dice Mario Perantoni, presidente della commissione Giustizia, spiegando che “la prossima settimana il testo dovrà essere chiuso”.
Tutti i gruppi parlamentari, infatti, hanno chiesto che a pronunciarsi sulla richiesta di libertà condizionale per chi è condannato all’ergastolo sia un Tribunale e non un giudice monocratico. In questo modo, dunque, si eviterebbe di sovraesporre il singolo giudice affidandogli decisioni delicate come la liberazione di boss irriducibili. E’ il caso dei fratelli Giuseppe e Filippo Graviano, autori delle stragi degli anni ’90, che non hanno mai collaborato con la magistratura ma hanno maturato i requisiti per chiedere la liberazione condizionale: hanno infatti scontato più di 26 anni di carcere. La richiesta di affidare a un tribunale una simile decisione è emersa in una riunione dei rappresentanti di tutti i gruppi in Commissione Giustizia della Camera. Al termine della riunione si è deciso di attendere la risposta del ministero a tale richiesta prima di iniziare a votare gli emendamenti. Alla riunione ha partecipato la sottosegretaria Anna Macina, che si è impegnata a riferire alla ministra Marta Cartabia, l’esito della riunione. Quando si avrà una risposta del ministero, il presidente della Commissione Perantoni convocherà la seduta per avviare il voto degli emendamenti al testo unificato.