Il pm di Milano Stefano Civardi ha chiesto la condanna a otto mesi di carcere per il tesoriere della Lega, il deputato Giulio Centemero, per un presunto finanziamento illecito da quarantamila euro versato il 13 giugno 2016 e concordato, per l’accusa, tra il 2015 e il 2016 con il patron della catena di supermercati Esselunga Bernardo Caprotti (morto a settembre 2016). Secondo le indagini, qui soldi arrivarono alla Lega tramite l’associazione “Più voci” di cui Centemero era legale rappresentante, e circa diecimila euro furono usati per rimpinguare le casse di Radio Padania. Gli altri trentamila – ha sostenuto il pm durante la requisitoria – sono finiti “a Mc, che lo stesso Centemero indica come una società partecipata dalla Lega” e che con parte di quel denaro ha pagato anche un “convegno del 25 giugno 2016 a Parma, organizzato dalla Lega per la costruzione del cantiere del centrodestra”.

Nell’ipotesi della Procura, “Più voci” non era altro che un’“articolazione politico-organizzativa” del Carroccio messa in campo in una fase in cui, a causa delle condanne ricevute, tutti i soldi affluiti su conti riconoscibili della Lega sarebbero finiti sotto sequestro. “Il tesoriere è l’uomo giusto e con l’indagine di Genova in corso, colproblema della confisca dei soldi che poi è arrivata” sui famosi 49 milioni di euro, “il modo più semplice per finanziare la Lega era pagare i debiti, versare i soldi nella voragine aperta della Lega che è Radio Padania”, ha sostenuto il pm Civardi in requisitoria. L’ordinamento, ha chiarito, “richiede che quando finanzi un partito devi dirlo devi essere trasparente”, mentre “è reato quando lo fai senza ammetterlo“, ossia passando come in questo caso, secondo l’accusa, per un’associazione. Il processo davanti all’undicesima sezione penale del Tribunale di Milano è stato aggiornato al prossimo 14 febbraio, quando prenderanno la parola per l’arringa i legali di Centemero, gli avvocati Roberto Zingari e Giovanni Conti. L’imputato, assente oggi perché impegnato in Commissione Finanze alla Camera, ha depositato dichiarazioni scritte.

L’indagine, aperta a maggio 2019, era stata conclusa pochi mesi dopo: a dicembre dello stesso anno la Procura aveva chiesto il rinvio a giudizio. Centemero è a processo anche a Roma in un filone parallelo, per un altro presunto finanziamento illecito tramite “Più voci” – stavolta da 250mila euro – ricevuto dall’imprenditore romano Luca Parnasi. “Nessuno ha mai conosciuto l’associazione, che non esiste in pratica e che viene fuori su Internet solo per l’altro processo in corso a Roma”, ha riassunto Civardi. Lo scorso novembre Centemero e Parnasi – insieme al tesoriere Pd Francesco Bonifazi, all’ex presidente dell’assemblea capitolina Marcello De Vito e ad altri nove imputati – sono stati rinviati a giudizio dal gup. Al tesoriere e all’impreditore (e al fiscalista Andrea Manzoni) la Procura romana contesta anche il reato di autoriciclaggio per il trasferimento di una parte di quei soldi a Radio Padania.

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