Società

Il giornalista di Libero ha offeso le vittime di Bergamo e chi ci ha salvato la vita. Sconfortante!

di Paolo Di Falco

Le bare di Bergamo stanno al Covid come il lago della duchessa sta al sequestro Moro“.

Questo non è solamente il tweet poi cancellato del giornalista di Libero, Tommaso Montesano ma è anche lo specchio di una parte di Paese che, dopo oltre 150.000 decessi solo in Italia e ben 5,76 milioni in tutto il mondo, crede che questi due anni e mezzo di pandemia siano tutto un grande complotto messo in atto da chissà quale mente geniale, Bill Gates o la famiglia Rothschild tra i più gettonati, con il fine esplicito di aumentare i profitti delle case farmaceutiche, di sterminarci tutti, di instaurare una dittatura e altre cose del genere a seconda del tipo di teoria si segua ciecamente.

Gli stessi identici complottisti che si scagliano contro quel vaccino che a detta degli espertissimi tuttologi del web contiene di tutto e di più, dai microchip ai feti umani, ma che avrebbe potuto evitare moltissime di quella sequela infinita di morti dietro cui si nascondono tanti nomi, tante storie differenti di persone portate via da un virus invisibile che non lasciava alcuna via di scampo così come non la lascia ancora oggi a coloro che continuano a morire nelle terapie intensive (384 solamente nelle ultime 24 ore). Morti che invece, dagli stessi citati sopra, vengono stupidamente considerati parte integrale della messinscena ma, com’è possibile non rendersi conto della realtà che abbiamo vissuto?

Non c’è stato angolo della nostra penisola o del globo che non sia stato raggiunto da questo virus, tanto macroscopico quanto letale: come si fa a negarne l’esistenza di fronte a chi in questa pandemia ha perso un padre, una madre, una sorella, un fratello, un amico? Come si fa a negarlo di fronte a chi non ha potuto dare nemmeno l’ultimo saluto ai suoi cari, portati in ospedale e lì morti nella solitudine dentro una delle tante terapie intensive del nostro Paese? Persone che, chi con malattie pregresse e chi in salute, non si aspettavano di certo di trovare una bara ad accoglierli come Stefano Capodivento, 78 anni e una vita trascorsa da usciere alle Poste di Como. Con l’età era arrivato il diabete, l’invalidità e il trasferimento presso la casa di cura di Casasco Intelvi dove lo ha colto il virus.

Come si fa a continuare negare di fronte alle tante le famiglie distrutte dal Covid-19 come quella della cinquantaseienne Doriana Mariani volata via in soli 8 giorni: prima è toccato al padre Alberto, poi alla moglie Rita e infine a lei che faceva l’operatrice scolastica alla scuola d’infanzia “Trevi”. E che dire del sessantasettenne Roberto Stella, presidente dell’Ordine dei medici di Varese, morto in corsia mentre cercava di lottare con tutte le sue forze contro questo nuovo nemico invisibile e come lui, davvero tanti i medici negli ospedali di tutta Italia costretti ad affrontare senza alcuna protezione questo ospite indesiderato di cui non si conosceva l’origine.

Dentro una di quelle bare c’era anche Corrado Lamberti, astrofisico settantaduenne che era stato uno dei principali collaboratori di Margherita Hack e a cui era anche stato intitolato dall’Unione astronomica internazionale per la sua attività di divulgazione un piccolo pianeta (6206 Corradolamberti) scoperto nel 1985 dall’astronomo americano Edward Bowell.

Questi nomi, queste storie non sono altro che delle piccole gocce, troppe volte considerati solamente dei numeri, che vanno a riempire l’oceano troppo grande di tutti coloro che, come noi, non avevano assolutamente voglia di lasciare questa vita ma, a differenza nostra, senza alcuna scelta data la natura inizialmente sconosciuta del virus. Persone finite all’interno di quelle bare che abbiamo visto essere trasportate in mezzo ad una desolazione lampante dai camion dell’esercito a causa dell’impossibilità di trovare una sepoltura nei campi santi ormai strapieni, persone che non possono continuare ad essere infangate da chi da dietro uno smartphone o un pc crede di essere vittima di un complotto globale letto in qualche portale che fa della disinformazione la sua fonte di guadagno.

Il fatto che un giornalista, il cui compito dovrebbe essere quello di informare, faccia paragoni assurdi oltre che offendere tutti coloro che hanno perso la vita in questa pandemia, contribuisce ad alimentare quelle stesse teorie che allontanano dalla vaccinazione, lo strumento più efficace che abbiamo al momento per uscire fuori da questa situazione. E’ davvero sconfortante constatare come dopo due anni e mezzo, purtroppo, non siamo ancora riusciti a capire la fortuna di poter avere una possibilità, un’arma nella lotta contro un virus che ha già mietuto troppe vittime.