"Ho l’ossessione per la didascalia, per la spiegazione di cose che altri danno per scontate, così, mentre lavoravo in redazione, come autore, ero interpellato da lui come “uomo della strada”: dal sodalizio con Linus al complesso rapporto col padre, il giornalista si è raccontato al Corriere della Sera
L’insonnia, o meglio il sonno “in due tempi: solitamente qualche ora, poi mi sveglio, magari leggo il giornale in piena notte e alla fine mi riaddormento”. L’assenza del papà, il vero problema: “Lui lavorava spesso all’estero, in Medio Oriente, per l’Eni. Quando tornava dai suoi lunghi viaggi mi portava delle radio, che io poi smontavo, forse nella speranza di trovarci dentro lui. Da quando sono nato ai miei 14 anni non c’è stato praticamente mai“. Così Nicola Savino si racconta al Corriere della Sera parlando del complesso rapporto col padre: “Ha avuto una depressione fortissima. Si è ammalato proprio quando sono nato io, ma poi è peggiorata. Non è semplice per un figlio crescere con un genitore gravemente depresso. Eppure posso dire con certezza che nonostante la malattia non ha mai fatto mancare a me e alle mie sorelle l’amore”. Un rapporto ‘recuperato’ eppure difficile da metabolizzare. Naturalmente si parla anche di tv: “Ho fatto tutta la filiera… Un passo alla volta, forse con un po’ troppa umiltà. E torno alla mia famiglia: eravamo borghesi, si può dire, eppure non vivevamo a Milano ma a San Donato. Avevamo una casa al mare con un giardinetto, ma piccolo e non a Forte dei Marmi ma a Lido di Camaiore. Insomma, il titolo di tutto era: “Ma non sarà troppo?”. Il che ti consegna un senso di colpa perenne… lo stesso per cui penso, a volte, di aver buttato via molto tempo, lavorativamente parlando, tra i miei venti e i trent’anni. Ma il risultato di cinque-sei anni di analista è che ora, almeno, vivo in centro“. Immancabile, l’incontro con Linus: “Ho l’ossessione per la didascalia, per la spiegazione di cose che altri danno per scontate, così, mentre lavoravo in redazione, come autore, ero interpellato da lui come “uomo della strada”. Tutto è iniziato in questo modo. La nostra è un’alchimia che ti capita una volta ogni cento anni. Penso che il segreto sia stato crescere assieme. Linus è cresciuto tantissimo, prima era molto più superficiale di adesso. Ora è veramente profondo e sensibile. Poi, a differenza mia, che leggo quasi solo giornali, lui legge molti libri. Io con i libri mi annoio, confesso. Ma ci arriverò. Intanto a casa tiene alta la bandiera mia moglie, che ne divora uno a settimana”.