Markus Duesmann, ad della casa dei Quattro Anelli, ha rilasciato un'intervista al quotidiano Handelsblatt in cui ha annunciato la fine della produzione della hatchback e del crossover, per concentrarsi su quella dei modelli più grandi e di lusso: “Limiteremo la nostra gamma di modelli verso il basso e la espanderemo verso l'alto”, ha detto il numero uno di Audi
Per Audi è finito il tempo delle “mezze misure” e l’alternativa è una sola: andare sui modelli grandi e davvero redditizi, perché a Ingolstadt ma anche a Wolfsburg vogliono così. Lo stesso gruppo Volkswagen, infatti, ha ridefinito i ruoli sulla scena e ai Quattro Anelli spetta quello di produttore di grandi auto di lusso.
A farne le spese saranno in primis A1 e Q2 (nella foto), la hatchback lanciata sul mercato nel 2010 e il crossover arrivato 6 anni più tardi, il più piccolo della famiglia Q: a dichiarare, quindi, che entrambe abbandoneranno progressivamente le linee di produzione è stato l’amministratore delegato della casa Markus Duesmann, in un’intervista rilasciata alla testata tedesca Handelsblatt. “Limiteremo la nostra gamma di modelli verso il basso e la espanderemo verso l’alto” ha dichiarato Duesmann al quotidiano, “nel gruppo cerchiamo di garantire il risultato complessivo, ecco perché diamo priorità ai modelli con una quota di profitto più elevata” ha poi aggiunto.
Una scelta, questa, che il Ceo ha spiegato come dettata principalmente dalla crisi dei semiconduttori, con la quale l’intero settore automotive si trova ancora a dover fare i conti. La carenza produttiva, infatti, spinge i costruttori, come la stessa Volkswagen, a destinare i (pochi) componenti che si riescono a ottenere verso modelli in grado di garantire margini superiori.
Dello stesso avviso, infatti, sarebbero anche gli altri due gruppi tedeschi, Bmw e Mercedes-Benz: entrambi sempre più focalizzati su modelli maggiormente redditizi, starebbero rivedendo le loro strategie investendo sull’espansione di queste stesse gamme.
Secondo quanto riportato da Automotive News, intanto, Toyota – appena riconfermata primo gruppo a livello mondiale nel 2021 con 10,4 milioni di unità vendute – nel presentare i risultati del suo terzo trimestre, ha stimato una perdita nella produzione del prossimo mese compresa tra 100.000 e 200.000 unità, proprio a causa dei ritardi nella consegna di microchip. E se Markus Duesmann – riporta Handelsblatt – si dice fiducioso che la situazione andrà a migliorare nel corso dell’anno, dalla dirigenza di Toyota – riporta sempre Automotive News – la previsione, al contrario, è più pessimistica.