I messaggi sono stati rinvenuti nel cellulare dell’ex capo gabinetto del Ministero degli Interni, Michael Kloibmüller, e consegnati alla procura anticorruzione. Molti gli scambi sulla assegnazione di incarichi pubblici a persone gradite al partito. I socialdemocratici chiedono di tornare alle urne
Ancora polemiche e ancora accuse di abusi di potere per i popolari austriaci. Ieri il segretario generale dei socialdemocratici (SPÖ) Christian Deutsch ha chiesto nuove elezioni dopo che è emersa una serie di messaggi che coinvolgono alte personalità della ÖVP fino al Cancelliere Karl Nehammer e dimostrerebbero che il partito conservatore alla guida dell’attuale governo per anni ha metodicamente prestato attenzione che solo funzionari della ÖVP fossero prescelti per le assegnazioni di incarichi pubblici secondo una vera e propria lista di intervento. “Le chat dimostrano che la ÖVP intende la Repubblica come un self-service”, ha dichiarato Deutsch.
I messaggi sono quelli rinvenuti nel cellulare dell’ex capo gabinetto del Ministero degli Interni, Michael Kloibmüller. Durante una gita nel 2017, Kloibmüller aveva fatto cadere il telefono nell’acqua e dopo averlo recuperato lo aveva consegnato a un ufficio pubblico perché ne recuperasse i dati. In memoria 4.265 pagine di sms, foto e documenti, trasmessi a cavallo del 2016 tra gli altri dalla ex ministra degli Interni Johanna Mikl-Leitner, attuale capo del governo regionale della Bassa Austria, e del suo successore nello stesso dicastero e compagno di partito Wolfgang Sobotka, ora presidente del Parlamento. I messaggi però sono arrivati in mano all’ex politico dei Verdi Peter Pilz che li ha consegnati in una chiavetta Usb alla Procura finanziaria e anticorruzione e ne ha diffuso una parte attraverso la propria rivista on-line Zackzack, sconvolgendo la politica viennese.
Il Der Standard sintetizza: per Sobotka nell’assegnazione dei posti contava solo una cosa, la giusta affiliazione di partito. E così sarebbe stato favorito come vicepresidente della polizia Franz Eigner al posto della giurista Andrea Jelinek, vicina alla SPÖ, che pure aveva fatto carriera sotto il precedente ministro degli interni Ernst Strassner della ÖVP. Alla nomina di Jelinek si sarebbe opposto, tra gli altri, anche l’allora vicepresidente della polizia ed attuale capo della ÖVP di Vienna, Karl Mahrer.
Come conseguenza, la Procura finanziaria e anticorruzione (WKStA) ha chiesto al Parlamento di togliere l’immunità al capo frazione della ÖVP August Wöginger per il sospetto di istigazione ad abuso d’ufficio. Wöginger nel 2017 avrebbe chiesto al segretario generale del Ministero delle Finanze Thomas Schmid, del suo stesso partito, di favorire la nomina a direttore dell’Ufficio finanziario di Braunau-Ried-Schäding di un sindaco di area ÖVP. Il candidato ebbe successo anche se era meno qualificato di una sua concorrente. La SPÖ ha chiesto che si ripeta l’assegnazione ma il Ministero delle finanze ha risposto che il funzionario non è più nell’incarico. Wöginger ha fatto sapere di non avere mai esercitato influenza sulla commissione indipendente incaricata della nomina; tuttavia, quasi ogni membro della stessa era vicino alla ÖVP e quattro sono indagati. Sempre il Der Standard rivela che nel sistema di assegnazioni guidate sarebbe stato coinvolto anche l’attuale Cancelliere Karl Nehammer. Si sarebbe speso il 5 luglio 2016 per un funzionario del settore delle assegnazioni dei diritti d’asilo nell’alta Austria scrivendo a Kloibmüller: “Ė lui. CV a te per mail, Cari saluti Karl”. Il capogruppo della ÖVP August Wöginger si era interessato appena una settimana prima presso Kloibmüller per la stessa persona pregando un “prolungamento” in carica.
Forse non rilevanti dal punto di vista giudiziario, ma imbarazzanti politicamente sono i messaggi che l’ex ministra degli Interni Johanna Mikl-Leitner scrisse in risposta a Kloibmüller che le chiedeva delle pressioni della SPÖ contro di lei e l’allora collega degli Esteri Sebastian Kurz: “I rossi restano gentaglia”. Mikl-Leitner si è dovuta adesso scusare pubblicamente “Non si dovrebbe parlare così con gli altri, né degli altri”, ha detto. Ma per la SPÖ le sue parole “non valgono la carta sui sono scritte” e la presidente dei socialdemocratici Pamela Rendi-Wagner ha replicato: “Mi aspetterei scuse sincere, aperte e complete non verso la SPÖ, ma veramente verso tutti gli austriaci per la scelta dei termini usata nei confronti delle persone.”
Christian Deutsch (SPÖ) il 9 febbraio ha twittato: “La ÖVP sprofonda in una palude di corruzione, mercanteggiamento di posti ed abuso di potere, diffama la SPÖ ed i suoi elettori. Nehammer va in vacanza sugli sci nelle montagne tirolesi fuggendo le responsabilità e tace. Nuove elezioni sono inevitabili!”. Pronta la replica del Cancelliere: “Al suo tweet polemico rispondo da padre di famiglia: passerò ancora alcuni pochi giorni all’anno con la mia famiglia, come tante altre persone nel Paese, il mio lavoro politico non ne soffre”. Del nuovo affaire si occuperà anche una commissione di inchiesta parlamentare e si levano voci perché Sobotka non la presieda.