Economia

Bonus edilizi, proprietari di casa nel limbo dopo lo stop alla cessione dei crediti: “Andiamo avanti con lo scoperto in banca”

Sui tavoli delle associazioni dei consumatori si stanno cumulando segnalazioni. Le storie: “Siamo nella disperazione. Abbiamo fatto i lavori con lo sconto in fattura. Poi abbiamo avuto la sorpresa che hanno bloccato i rimborsi". “Siamo in in una situazione di estrema precarietà, continuiamo a stare in affitto in altra abitazione non avendo certezze di poter recuperare il credito acquisito con i lavori e non potendo andare avanti con la ristrutturazione”

Dopo anni di affitti, Armando era finalmente riuscito a comprare una villetta nel viterbese. Con il bonus ristrutturazione avrebbe pagato i lavori, ma la procedura farraginosa e lo stop del governo alla cessione dei crediti edilizi hanno trasformato il sogno in un incubo. I problemi non riguardano solo le aziende del settore. In attesa dei correttivi preannunciati nei giorni scorsi, sui tavoli delle associazioni dei consumatori si stanno cumulando segnalazioni di proprietari di casa che hanno deciso di ristrutturare sulla scia dei vantaggi fiscali del Superbonus 110%. Lavori mai immaginati senza l’opportunità di un’agevolazione che prometteva di restituire addirittura il 10% in più del costo dei lavori. “Siamo nella disperazione – racconta un consumatore che si è rivolto all’associazione Consumerismo no profit – Abbiamo fatto i lavori con lo sconto in fattura. Poi abbiamo avuto la sorpresa che hanno bloccato i rimborsi. Sapete cosa vuol dire per noi? Che stiamo andando avanti con lo scoperto in banca. E’ pazzesco pagare tutti perché ci sono dei farabutti”.

Per non parlare del fatto che l’intera procedura è un vero percorso ad ostacoli: “Siamo in in una situazione di estrema precarietà, continuiamo a stare in affitto in altra abitazione, non avendo certezze di poter recuperare il credito acquisito con i lavori e non potendo per questo andare avanti per finire la ristrutturazione” scrive Armando in una lunga mail al fattoquotidiano.it. Tutto questo dopo una lunga ricerca di un tecnico asseveratore e i mille dubbi sui tariffari. “Trovare poi un professionista che si prenda la briga di asseverare lavori di piccola entità (rispetto agli importi in gioco in altri contesti) è veramente cosa quasi impossibile” racconta. E poi quando alla fine tutto è pronto, arriva il blocco del governo legato a doppio filo con lo scandalo da oltre 4 miliardi di frodi su 21 di incentivi, un euro ogni cinque. “Delitto perfetto. Come trasformare un’opportunità per l’economia, le famiglie e le imprese in una fregatura totale. – prosegue il lettore – A questo punto mi sembra chiaro che le ripetute opere di boicottaggio del decreto originale siano volute e non orientate all’evitare le frodi ma gettare nell’incertezza e nella difficoltà tante persone”.

Fra le segnalazioni c’è poi anche chi i lavori non li ha ancora iniziati, ma ha già anticipato i soldi per avviare la pratica. “A settembre 2020 ho sottoscritto un contratto con un general contractor – racconta Fabio a Consumerismo no profit – Ho versato 600 euro per avviare le pratiche per il superbonus, ma ad oggi non abbiamo ancora la data di inizio dei lavori. Solo rassicurazioni telefoniche”. E ora che c’è il blocco alla cessione dei crediti, lo stallo rischia di diventare perenne, l’azienda di saltare e il denaro versato di andare perso per sempre. “Il governo sbloccherà con un nuovo decreto la cessione dei crediti derivanti dai bonus edilizi. Una scelta inevitabile dopo le richieste arrivate da un intero settore penalizzato gravemente da questa insensata decisione – hanno annunciato i deputati M5S Giovanni Currò e Vita Martinciglio, vicepresidente e capogruppo in commissione Finanze alla Camera – Durante il question time in Commissione è stato rilevato il tema delle frodi: sottolineiamo che solo una minima percentuale riguarda il superbonus 110% e che per bloccare pochi truffatori non può rimetterci un’intera filiera che grazie alla nostra misura si è risollevata dopo anni di crisi e di mancanza di lavoro”. Non resta che attendere per vedere come il governo risolverà la questione.