La rubrica del giovedì con il bestiario di ciò che accade nelle serie minori del pallone italiano (e non solo). Le perle nei comunicati della giustizia sportiva regionale, quelle dei calciatori in campo e dei giornalisti in tribuna stampa
Visione. Nel calcio conta molto, sebbene con delle differenze: ai massimi livelli la “visione”, intesa come la capacità di un calciatore di vedere il gioco è una qualità non indifferente…nel calcio che piace a noi è intesa come la capacità di uno stopper di dar mazzate in grado di provocare le visioni all’avversario, anche questa una qualità non indifferente. Ma si può anche andare oltre, sfociando addirittura nel misticismo. E poi la visione della prospettiva, pure quella importante, così come la visione alcolica, da tenere sotto controllo per evitare arrampicate verbali pur tipiche del calcio dilettantistico.
AL DIO DEGLI INGLESI (E A QUELLO DI TARIBO) NON CREDERE MAI
Ricordate l’arbitro di Tunisia-Mali di Coppa d’Africa? Sì proprio Janny Sikazwe, dallo Zambia, alla ribalta per aver fischiato due volte la fine della partita ben prima del 90esimo minuto. Ecco, in un’intervista ha spiegato il perché del gesto, motivandolo col gran caldo, che ci può stare, e addirittura ipotizzando che sia stato Dio in persona a suggerirgli di terminare in anticipo la gara. Più o meno come quando Taribo West, in panchina con l’Inter, tolse la tuta dicendo a Lippi: “Dio mi ha detto che devo entrare”. Il mister campione del mondo non gli credette, noi invece crediamo a Sikazwe, a Taribo e al Dio delle Domeniche Bestiali.
VAR-IAZIONI
Il Var è stata indubbiamente un’innovazione importantissima per il calcio che conta. Ci auguriamo che il Dio di sopra non la faccia mai arrivare nel calcio dilettantistico, lasciando inalterati equilibri conquistati a colpi… a colpi, basta. Ma capitano casi limite anche col Var, come in Real Sociedad-Real Betis di Copa del Rey: gara senza storia, con i biancoverdi che hanno vinto per 4 a 0, ma sull’uno a zero è stato annullato un gol al Sociedad, proprio con l’ausilio della tecnologia. Decisione giusta, non fosse altro che in tv è stata mandata un’immagine sbagliata, in cui il fuorigioco non c’è, facendo infuriare i tifosi, con l’emittente che ha mandato le scuse alla fine della gara… avvisando che la prossima immagine sbagliata che manderanno sarà una foto hot, e nulla riguardante il calcio.
INTERPRETAZIONI
È noto, alcuni comunicati dei giudici sportivi vanno interpretati. Come quello riguardante la squalifica di 3 giornate comminata al mister del San Desiderio, I Categoria Ligure, Gianni Stevano: “Al termine della gara, rincorreva il ddg, impedendogli fisicamente di lasciare il tdg” e fin qui… Ma poi: “Questi, senza permettergli di camminare e minacciandolo di inseguirlo” (dunque, già inseguito, minacciava di inseguirlo ancora) “gli urlava espressioni irriguardose, con fare minaccioso, reiterandole per almeno un minuto e sembrava volerlo aggredire fisicamente, ma un dirigente e un calciatore avversari lo convincevano a non proseguire. Il ddg non poteva notificare il provvedimento disciplinare a tutela della propria incolumità; inoltre, subito dopo il fatto abbandonava l’impianto rendendosi non più rintracciabile”. Alla fine, da inseguito, l’arbitro si sarebbe dovuto trasformare in inseguente, e il mister in fuggitivo… Tutto molto bello.
BATTESIMI
Alcol e gradinate è un binomio quasi obbligatorio per il calcio dilettantistico. Lo è a Martina Franca, dove la società Martina Calcio 1947 di Eccellenza è stata multata di 200 euro perché i “propri sostenitori lanciavano birra per cinque volte contro uno degli assistenti”. Avrebbero potuto utilizzarlo come rito per l’arbitro di Tunisia-Mali: un lancio di birra per il calcio d’inizio, due per fine primo tempo, tre per finire la partita in tempo. Misticismo ed efficienza.