Esce nelle librerie giovedì 10 febbraio la nuova edizione di Giandante X, il libro di mio fratello Roberto su questo grande artista dimenticato, artista ribelle e irriducibile, irriducibile alla fredda logica del mercato dell’arte.
La veste grafica del libro è di lusso, arricchita da nuovi contributi scritti e fotografici, numerose immagini delle opere dell’artista, edizione voluta con tenacia e coraggio da Milieu edizioni, e destinata a non temere l’usura del tempo grazie alla rilegatura, un libro splendente che è già una gioia tenerlo in mano, che emana quell’odore buono di cultura e divertimento (la cultura è sempre divertente, nel senso etimologico del termine), un libro che si sfoglia con emozione, ogni pagina ha come un tremore intimo, ed è la passione che mio fratello ha messo nello scriverlo, anzi: nel trascriverlo dalla sua biografia incarnata.
Perché Giandante X è prima di tutto un amico, come ci sono amiche tutte le persone generose che donano se stesse senza fare sconti, senza infingimenti, poi è un eroe, e infine un artista combattente che si è profuso in quadri, poesie, e sculture, senza pensare mai al mercato, al mercimonio dell’ispirazione, ma affidandosi unicamente all’energia della propria solitudine limpida e fertile. Un libro così non chiede una futile complicità al lettore, ma è come una voragine nella quale perdersi senza paura, per arrivare alla nudità della nostra essenza di esseri umani. Un libro così non si legge, si vive. Non fu mai così vera l’espressione “chi tocca un libro, tocca un uomo”. In questo caso sono due gli uomini che tocchiamo: Giandante X e mio fratello Roberto.
A ribadire l’essenza irriducibile di Giandante X, sfogliando il libro con timore e tremore (come è giusto che sia), incoccerete in questi due pensieri, uno di Max Aub: “E non si tratta di lasciar traccia, che è alla portata di chiunque, ma di continuare a essere se stessi dopo la morte”, e l’altro di Jean Giono: “Nell’universo tutti i posti sono occupati, specialmente quelli presso la stufa. Liberi restano solo quelli nel vento”. Giandante X ha viaggiato nel vento, continuando a essere se stesso dopo la morte, ma questo grazie anche a scrittori come Roberto che sanno preservare attraverso l’arte della parola il senso di una vita e il suo destino.
Mamma e papà ci hanno sempre lasciati liberi, e questo si sente in ogni cosa che facciamo, e volete saperla tutta? I fratelli Farina sono meglio dei fratelli Goncourt, solo che a noi non verrà mai dedicato un premio letterario, per vincere il premio Farina bisogna solo essere se stessi fino alla fine e anche oltre: oltre la morte. Come disse qualcuno: l’unica cosa che conta veramente è proteggere i propri sogni. Vi lascio con un video “feticista” che ho dedicato al libro di mio fratello, perché se Roberto scrive, io ho il pallino delle immagini: la mia grande, la mia unica, la mia primitiva passione.
Foto in evidenza: Giandante X [Dante Pescò] (1899-1984) – Head of Benito Mussolini (1924).