Si va verso il ripristino delle visite dei parenti in ospedale per 45 minuti al giorno dal 10 marzo. L’emendamento che le reintroduce è stato approvato in Commissione Affari Sociali con una riformulazione del governo al testo presentato da Annamaria Parente e Davide Faraone, parlamentari di Italia Viva. I familiari potranno dunque tornare nei reparti di degenza e avranno garantiti almeno tre quarti d’ora di contatto con la persona ricoverata. L’entrata in vigore è prevista il 10 marzo, ha spiegato Parente, per dar tempo ai direttori sanitari di organizzarsi”.

“Con questo emendamento – precisa Parente, presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato – abbiamo colto le istanze di tante associazioni e persone singole, che ci hanno testimoniato le loro storie di sofferenza e dolore nel non poter far visita a parenti allettati in ospedale, con gravi malattie, come tumori e non solo. Se, infatti, tanti direttori sanitari hanno riaperto l’accesso ai reparti di degenza ospedalieri per consentire le visite ai propri cari, molti altri non lo hanno fatto”. Ad oggi, infatti, l’accesso ai familiari è consentito solo in sale d’attesa e con durate molto variabili, ma comunque brevi. “Era necessaria una norma che facesse chiarezza e ristabilisse uniformità”, ha aggiunto Parente.

L’accesso, aggiunge la senatrice Parente, “sarà previsto, con le stesse misure previste per le Rsa”, ovvero oltre, alla mascherina Ffp2, sarà necessaria una certificazione che mostri l’avvenuto completamento del ciclo di vaccinazione primario più guarigione (con tampone) oppure il completamento del ciclo di vaccinazione primario e dose booster (senza tampone). Il decreto è in scadenza il 22 febbraio, quindi avrà un iter abbastanza veloce anche alla Camera dopo il via libera al Senato.

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