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Gli studenti di Torino rispondono alla ministra Lamorgese: “Non ci sono infiltrati, le sue parole cercano di dividerci tra buoni e cattivi”

“Dopo le dichiarazioni della ministra Lamorgese abbiamo valutato di dover rispondere politicamente: è un attacco diretto alle mobilitazioni in corso in questa Città”. Così un gruppo di studenti di Torino ha risposto alle dichiarazioni della ministra dell’Interno, che mercoledì 9 febbraio ha ricostruito in un’informativa al Parlamento gli scontri in piazza tra studenti e forze dell’ordine in occasione delle iniziative dopo la morte di Lorenzo Parelli, parlando di “manifestazioni infiltrate”. “Dichiarazioni di questo tipo da parte della ministra sono un tentativo di dividere un’agitazione studentesca ampia e variegata – hanno detto durante un’incontro al liceo occupato D’Azeglio – il tentativo costante delle istituzioni quando c’è una mobilitazione che mette in crisi il sistema è sempre quello di dividere tra buoni e cattivi, e di individuare e di circoscrivere una parte di persone per definirle ‘infiltrati’, ‘esterne alle dinamiche della manifestazione’ e ‘avanguardia di un qualche tipo di violenza’ che a detta della ministra avrebbero voluto portare nelle piazze”, prosegue la studentessa.

Secondo gli studenti non si può parlare di infiltrati “è smentito dai dati“: “Parliamo di video che tutti possono visionare, persone che hanno in mano i referti, che sono andate all’ospedale, e poi le testimonianze che tutte le persone presenti in piazza hanno portato”. “Qui seduti di fronte a voi ci sono persone che in quella piazza c’erano – proseguono gli studenti – Siamo tutti giovani e non possiamo additarci come infiltrati. Siamo studenti e studentesse che hanno intenzione di mandare avanti le mobilitazioni”. E concludono: “Le violenze in piazza sono continuate e hanno avuto quel tipo di violenza perché la polizia era intenzionata a bloccare sul nascere la mobilitazione“.