Il cuore di una campionessa non tradisce mai. Michela Moioli è arrivata a Pechino da medaglia d’oro in carica nello snowboardcross, principale favorita anche per l’assenza della sua grande avversaria, la ceca Samkova, e in buona forma. L’oro, o almeno una medaglia nella gara individuale, doveva essere un’equazione quasi certa e invece è uscita molto male in semifinale, cadendo poi addirittura in finale B. L’idea che Michela Moioli esca in una semifinale in Coppa del Mondo è quasi assurda, il fatto che sia successo alle Olimpiadi ha scioccato lei prima di tutto e poi tutti i suoi tifosi. Per fortuna dopo pochi giorni c’è stata subito la possibilità di rifarsi con la gara a squadre e il riscatto è arrivato in forma di argento. Michela era accoppiata con l’atleta italiano che nella stessa disciplina ha invece fatto il grande colpo a Pechino, ovvero con il bronzo della prova individuale Omar Visintin. Grazie alle prove dei nostri atleti in Coppa del Mondo avevamo anche una seconda squadra, formata da Caterina Carpano e Lorenzo Sommariva, forse il più deluso dei nostri insieme a Moioli dopo le gare individuali.

Dopo i due quarti di finale serenamente amministrati dai nostri due team, sono state le semifinali a essere la giusta conferma di un valore riconosciuto ma anche con un elemento di sorpresa. Omar Visintin ha amministrato con grande intelligenza la sua frazione, viaggiando a braccetto con l’americano Nick Baumgarten, ben sapendo poi che le due ragazze, Moioli e Jacobellis, erano una spanna sopra alla svizzera Hediger e alla tedesca Fischer. Le due tirano dritto infatti nella loro frazione e si danno appuntamento per la finale che raggiungono senza patemi. Nella seconda semifinale invece grande prova di Lorenzo Sommariva, che fin dall’inizio si mette in testa con il canadese Grondin e da un buon vantaggio a Caterina Carpano.

Lei però ha un bruttissimo cliente che la segue di pochi centesimi, la britannica Bankes, che sta dominando in Coppa del mondo, ma è bravissima nel seguire la scia di Odine e creare fin dai primi metri un divario che Bankes non riesce a colmare. Portare due squadre in finale A è il segnale evidente della nostra forza ormai acclarata nello snowboardcross mondiale. Inizia la finale e si mette subito bene. Lo statunitense Baumgartner riesce a vincere la sua run ma Visintin è a soli 4 centesimi, terzo Grondin, l’uomo che faceva paura a tutti a 23 centesimi e infine Sommariva che riesce a stare attaccato e paga solo 88 centesimi.

La frazione femminile quindi è tutta da giocare e Michela Moioli si invola per una vittoria che sarebbe anche una straordinaria doppietta dopo l’oro di Pyeonghang di quattro anni fa. Carpano, partita con quel ritardo preso da Sommariva riesce subito a recuperare, avvicina la canadese Odine ed è in quel momento la più veloce in pista. Purtroppo in una fase di volo si scompone e si scontra con Odine. Intanto Moioli viene raggiunta dall’americana Lindsey Jacobellis, non solo una delle grandi star della disciplina ma anche medaglia d’oro individuale strappato proprio a Moioli. Jacobellis dimostra non solo una classe e una forza incredibili ma anche che questa Olimpiade è la sua Olimpiade. Sorpassa l’italiana a due curve dal traguardo, regge nell’ultima curva all’attacco finale e conquista un secondo oro che la fa entrare di forza tra i pochissimi e le pochissime atlete che diventeranno la copertina di questa edizione dei Giochi. Intanto Carpano e Odine si rialzano e ripartono ma la canadese ha un vantaggio che tiene fino alla fine. Italia 2 quindi si posiziona al quarto posto, è una delusione solo parziale perché entrambi hanno dimostrato di potersela giocare coi grandi in ogni gara.

Un oro sfumato o un argento conquistato con i denti? Di sicuro bisogna propendere per la seconda ipotesi. La nostra coppia di punta era ben equilibrata e di sicuro fra le prima cinque del lotto soprattutto dopo le prove di Visintin nell’individuale, ma si è visto anche oggi in finale che questa pista e questa neve non erano quelle giuste per Michela Moioli. Jacobellis prima di tutto ma anche altre atlete erano nettamente più veloci in larghi tratti e i materiali hanno sicuramente influito sulle sue sensazioni in gara. Non poteva fare la netta differenza che ha sempre fatto Michela quando c’era da prendersi il grande risultato. Nonostante questo però è riuscita a superare la crisi della catastrofe della gara individuale e presentarsi oggi con la cattiveria e l’intelligenza giuste per arrivare a pochi centesimi dall’oro. Un meraviglioso argento quindi per lei e Visintin, che fanno entrambi una doppia doppietta: Michela ha un oro e un argento in bacheca in due edizioni diverse, Omar un bronzo e un argento in questa di Pechino. Appuntamento per entrambi a Milano-Cortina 2026, perché il detto non può sbagliare e non deve esserci due senza tre.

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