Il “convoglio della libertà” si ferma alle porte di Parigi. Partito dalla provincia francese per raggiungere la capitale e puntare poi diritto al cuore dell’Europa, ha provato ad entrare in città ma è stato respinto. Migliaia di veicoli, furgoni, camper, sono stati bloccati alle porte della capitale francese, mentre decine di elementi della galassia di antivax, anti-Macron, gilet gialli e antagonisti vari sono riusciti a passare, a piedi o in auto. Ne è seguita un’ora di tafferugli con la polizia, con massiccio lancio di lacrimogeni che ha terrorizzato i turisti seduti ai tavolini dei bistrot. Il bilancio finale è stato di 44 fermi, nessun ferito e la situazione tornata alla normalità prima di sera.

Rispetto alle premesse, insomma, la mobilitazione di una galassia composita di oppositori è apparsa meno aggressiva di quanto temuto alla vigilia e lontana dall’impatto dell’esempio canadese. Forse anche perché la Francia è a due mesi dalle elezioni presidenziali e le regole sanitarie sono state ampiamente allentate. Il pass vaccinale, il green pass francese, dovrebbe fra l’altro rimanere operativo non oltre la primavera.

Dopo che venerdì migliaia di veicoli avevano raggiunto da tutta la Francia la periferia di Parigi, dove hanno trascorso la notte, già nella mattinata di sabato primi avamposti hanno avanzato le loro pedine verso il centro città. Il prefetto, Didier Lallement, aveva drasticamente vietato qualsiasi blocco stradale o ingresso di convogli di auto nella capitale, dispiegando 7.200 fra poliziotti e gendarmi sul terreno. I manifestanti, secondo il ministero dell’Interno, erano pochi di più: 7.600 nella capitale (oltre 32.100 in tutta la Francia). La tattica del “convoglio della libertà” – nelle file del quale c’erano molti gilet gialli, no vax e tutta la galassia di oppositori di Emmanuel Macron e del governo – era di muoversi a gruppi di decine o centinaia con le auto fino ad essere bloccati dalla polizia, mentre gruppi di manifestanti, a piedi, raggiungevano l’Arco di Trionfo.

I primi tentativi sono arrivati dalla Porte de Saint-Cloud, a nord-ovest di Parigi, dove alcune centinaia di veicoli sono stati bloccati mentre altri convergevano dalla banlieue verso la vicina Porte Maillot e verso Porte de Champerret. Ma durante questi tentativi, molti manifestanti avevano raggiunto a piedi l’Arco di Trionfo, dove la polizia era schierata in forze per evitare cortei sugli Champs-Elysées. Per un’ora sono durati i tafferugli fra manifestanti e forze dell’ordine, che hanno fatto ricorso massiccio a gas lacrimogeni per respingere i dimostranti. Le auto che erano riuscite ad attraversare i blocchi e tentavano di arrivare in centro sono state bloccate e sequestrate.

Le persone fermate sono state 44, oltre 300 quelli verbalizzati e multati per manifestazione non autorizzata e in qualche caso possesso di armi improprie, scudi, taniche di benzina. Prima di sera, la situazione è tornata sotto controllo, anche se molti manifestanti continuavano a stazionare sugli Champs-Elysées e nelle vie adiacenti e ci sono voluti i megafoni della polizia e ancora qualche lacrimogeno per convincerli ad andarsene. Tra i fermati, uno dei più noti leader dei gilet gialli, Jerome Rodrigues, che nel frattempo è diventato un attivista no-vax. È stato fermato dagli agenti mentre tentava di avvicinarsi all’Eliseo, in piena zona off-limits per i manifestanti.

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