“Basta incubo concorsone”. Dal 2023 cambia la modalità di accesso alla Facoltà di Medicina. A confermarlo la ministra dell’Università e della Ricerca, Cristina Messa, che ha parlato dalle pagine del Corriere della Sera. Il prossimo settembre si svolgerà per l’ultima volta il quizzone da oltre sessantamila candidati, poi saranno introdotte le novità. La ministra tre mesi fa ha messo a lavoro una commissione di professori universitari e ha discusso in Parlamento la loro proposta: martedì alla Camera si vota la risoluzione che farà da cornice alla riforma.

Di fatto “resta il numero programmato” ma, appunto, gli studenti potranno dire addio al “quiz”. Si tratterà piuttosto di “un vero e proprio percorso” che potrà “cominciare già al quarto anno delle scuole superiori con corsi online gratuiti preparati dalle università e prove di autovalutazione”. Ogni studente potrà “ripetere il test più volte per poi usare il punteggio migliore”.

Intanto, però, per quest’anno la formula rimarrà la stessa degli anni passati, ma con qualche accorgimento. “Sarà fortemente ridimensionata la parte delle domande di cultura generale, restano quelle di ragionamento logico e il resto sarà disciplinare”, spiega Messa sul quotidiano di Via Solferino. Da maggio sarà messo a disposizione degli studenti materiale online per le esercitazioni e poi “ad agosto ci saranno i corsi di preparazione, sempre online e gratuiti, curati dalle università”. “Chi vuole – aggiunge la ministra – potrà fare anche un test di autovalutazione”.

Dal 2023, poi, il nuovo sistema che sarà incentrato su un esame chiamato Tolc. “Si chiamerà Tolc-Medicina – spiega ancora Messa – Lo si potrà fare più volte all’anno – io direi due ma sono aperta a discuterne – a partire dal quarto anno delle superiori. Poi, nella data che il ministero stabilirà, ognuno inserisce il risultato migliore nella piattaforma e si formerà la graduatoria nazionale”. A seconda della graduatoria e delle preferenze, poi, saranno assegnati i posti. Il Tolc, fa sapere Messa, è un “test di orientamento e ingresso” già utilizzato per altre facoltà: nel giorno stabilito dall’ateneo, lo studente si presenta e fa il test “su postazioni computerizzate”. “Le domande – specifica ancora – saranno diverse in ogni sessione ovviamente, ma i risultati saranno comparabili”. Durante questo percorso lo studente potrà comunque “capire in che fascia si colloca” e decidere così “se ripetere il test per provare ad avere un risultato migliore”. Tutto, assicura la ministra, “sarà controllato”. Il sistema “funziona già così in molte università straniere e italiane”.

Al momento, per il 2022, non si sa ancora quanti posti saranno a disposizione. “Siamo passati da poco più di novemila ai 14.500 dello scorso anno”, dice Messa. Ma per capire il fabbisogno per il prossimo anno accademico bisognerà aspettare “penso a fine marzo”.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Nel liceo di Milano occupato dagli studenti: “Dad devastante, serve assistenza psicologica nelle scuole. Chiediamo atti concreti”

next
Articolo Successivo

Asili nido e materne, parlano le insegnanti: “È contagio libero, altro che 5 casi in 5 giorni. Le regole tutelano il lavoro ma non la salute di docenti e bambini” – Le storie

next