Siamo nel 2022 eppure sembra di stare negli anni ’60 e ’70, quando la Guerra Fredda si combatteva in vari scenari per procura e creava dissesti sociali e politici in quasi tutti i Paesi del mondo per colpa del terrorismo interno. La Russia, il pezzo più grande dell’ex Urss, sta ammassando uomini e mezzi ai confini dell’Ucraina, che a sua volta vorrebbe entrare nella Nato e chiede l’aiuto degli Usa e dell’Occidente. Siamo, in estrema sintesi, di nuovo allo scontro Usa-Urss (oggi Russia) che ci ha accompagnato dalla fine della Seconda Guerra Mondiale al crollo del Muro di Berlino. Quella sfida sempre calda, nonostante le armi vere non si sono mai per fortuna accese davvero, era giocata su tutti i tavoli possibili: quello delle arti, della propaganda, della corsa allo spazio e ovviamente anche in ambito sportivo.

A partire da Helsinki 1952, quando l’Urss entra nell’agone olimpico, tanti sono stati i momenti di scontro sportivo diventati anche sfide di valori e di quello che oggi si chiama “soft power”, importante per ribadire soprattutto alla propria area d’influenza che si sta nella parte del mondo migliore possibile. Sia Usa che Urss hanno entrambe una madre di tutte le vittorie contro “gli altri”. Per gli americani non può che essere “Miracle on ice”, ovvero la vittoria nel torneo di hockey su ghiaccio di una squadra composta da dilettanti e studenti universitari contro l’Armata rossa, la Nazionale dell’Urss. Il luogo del miracolo è Lake Placid, 22 febbraio 1980. Ci sono due film che ne raccontano le vicende. Il primo è un film, “Miracle” del 2004, diretto da Gavin O’ Connor. Descrive la storia dalla parte americana ed esalta gli uomini che hanno sfidato il mostro, in primis l’allenatore Herb Brooks e chi ha segnato il gol decisivo nel 4-3 finale, Mike Eruzione. L’altro è il documentario “Of Miracles and men” e descrive invece quello che hanno vissuto gli atleti sovietici, fino a quel momento praticamente imbattibili. C’è una foto del 2010 che ritrae Biden e Mike Eruzione vicini con le rispettive mogli che sta girando molto negli ultimi tempi. Non può essere un caso, è un messaggio alla nazione e un riferimento simbolico chiaro per gli americani: sono tornati quelli lì, ma noi sappiamo come batterli.

Il miracolo sovietico invece è avvenuto a Monaco di Baviera, il 9 settembre 1972. Finale di basket del torneo olimpico, Usa contro Urss. I sovietici sono grandi atleti, ma gli americani giocano su un altro pianeta e avevano vinto tutte le edizioni dei Giochi dal 1936 al 1968, seppur senza schierare i professionisti, ma gli atleti universitari. Anche quella Nazionale a stelle e strisce doveva vincere facile (in semifinale aveva battuto l’Italia 68 a 38). L’Urss però in finale supera se stessa e riesce sempre a stare davanti. A tre secondi dalla fine però due tiri liberi di Doug Collins portano gli americani sul 50-49. Quei tre secondi dureranno tre minuti. Gli Usa pensano di aver vinto, ma il Presidente Fiba, William Jones, invade il campo per rimettere sul tabellino ancora una volta quei tre secondi. Palla gettata in avanti, la prende Aleksandr Belov, canestro, vittoria Urss che spezza l’egemonia americana.

Queste sono solo le storie più conosciute, ma ci sono tanti momenti soprattutto olimpici in cui le due nazioni si sono sfidate, anche da un punto di vista simbolico: il sovietico Borzov a Monaco 1972 vince “in casa” degli americani, ovvero conquista due ori nei 100 e 200 metri e domina la velocità, da sempre disciplina prediletta per dimostrare la grandezza made in Usa. Allo stesso tempo però il più grande lottatore di greco-romana della storia, il sovietico e poi russo Aleksandr Karelin, dopo aver solo vinto dal 1987 al 2000, viene sfidato e battuto dall’americano Rulon Gardner a Sydney 2000.

A queste battaglie sportive bisogna poi aggiungervi anche le sfide nel nuoto, nel volley (la finale di Seoul 1988 è la partita che cambia la pallavolo) e non si possono dimenticare i due boicottaggi olimpici, prima quello americano a Mosca 1980 e poi quello sovietico a Los Angeles 1984. Oggi non è più tempo di boicottaggi, ma è tornato il tempo delle sfide dirette. Alle Olimpiadi di Pechino Usa e Russia si sono già affrontate una volta nel torneo femminile di hockey ghiaccio con vittoria statunitense per 5-0, ma i momenti in cui gli atleti delle due nazioni potrebbero sfidarsi sono ancora tanti. Tra gli altri però, tutti attendono una partita in particolare: la sfida Usa-Russia nell’hockey maschile. Le due Nazionali sono in due gironi diversi, ma se tutto va come dovrebbe andare, ci potrebbe essere una nuova imperdibile sfida sul ghiaccio.

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