Cinema

Ivan Reitman, morto il regista di Ghostbusters e produttore di Animal House: quell’incontro con Dan Aykroyd…

I film successivi diretti da Reitman non raggiungeranno più le vette di Ghostbusters, ma il suo cinema dalla scrittura solida con innesti insoliti nel cast e una risate sempre franca e solare troveranno il loro spazio sul mercato statunitense e non solo. Basti pensare a I Gemelli (1988) con la coppia Danny De Vito e Arnold Schwarzenegger

di Davide Turrini

Addio Ivan Reitman. Il regista di Ghostbusters e produttore di Animal House aveva 75 anni. “La nostra famiglia è in lutto per la perdita inaspettata di un marito, padre e nonno che ci ha insegnato a cercare sempre la magia nella vita. Ci conforta il fatto che il suo lavoro di regista abbia portato risate e felicità a innumerevoli altri in tutto il mondo”, hanno ricordato i familiari del regista, tra cui il figlio Jason, a sua volta dietro la macchina da presa per film di discreto successo come Juno e Up in the air. Nel breve volgere di un quindicennio, pressappoco da metà anni settanta a inizio anni novanta, Reitman aveva realizzato commedie di successo popolare senza mai perdere il piacere di una buona struttura narrativa e di una curata messa in scena. Nato in Cecoslovacchia nel 1946, madre sopravvissuta ad Auschwitz e padre partigiano della resistenza ceca, Reitman è cresciuto in Canada negli anni cinquanta dove i genitori si erano trasferiti per sfuggire al successivo regime comunista. Sul finire degli anni sessanta si fa le ossa in radio dove conosce Dan Aykroyd anche se è il cinema sia da regista, con diversi corti realizzati nei primi anni settanta, che da produttore, sua la coproduzione di due importanti lunghi di David Cronenberg (Rabid sete di sangue e Il demone sotto la pelle), ad attirarlo definitivamente nell’orbita creativa che più gli si addice. Nel 1978 la carriera di produttore raggiunge il suo inatteso apice quando mette mano al portafoglio per realizzare un cult come Animal House che impone la star del Saturday Night Live, John Belushi, al cinema. È nell’intreccio con la fucina del SNL, e con la precedente esperienza di scrittura satirica del National Lampoon, che Reitman costruisce una della tante varianti del team della risata cinematografica di quegli anni. Oltre ad Aykroyd è decisivo l’incontro con Bill Murray (lo dirige in Meatballsnel 1979 e Stripes nel 1980, film che in Italia non hanno ricevuto grande attenzione ndr), Rick Moranis e Harold Ramis a lanciare Reitman come regista di uno dei più grandi successi comici, venati di una bizzarra effettistica horror sci-fi, come Ghosbusters nel 1984. Alto budget, effetti speciali estremamente creativi, umorismo mai sbracato e una vena di follia come per tutto l’impianto del NL e di SNL. Ghostbusters – in italiano Gli Acchiappafantasmi -, con un cast pazzesco (Aykroyd, Murray, Ramis, Moranis e Sigourney Weaver) guadagnerà solo negli Stati Uniti 229 milioni di dollari e diventerà un franchise abbastanza redditizio fino ai nostri giorni, oltreché una colonna sonora fischiettata in ogni angolo del pianeta. I film successivi diretti da Reitman non raggiungeranno più le vette di Ghostbusters, ma il suo cinema dalla scrittura solida con innesti insoliti nel cast e una risate sempre franca e solare troveranno il loro spazio sul mercato statunitense e non solo. Basti pensare a I Gemelli (1988) con la coppia Danny De Vito e Arnold Schwarzenegger (che si ripete in Junior nel 1994) e ad uno dei più equilibrati e risolti white house movie di fine secolo, Dave con protagonista Kevin Kline. Reitman, appunto, non si è dedicato soltanto alla regia, anzi, l’attività di produttore è stata lunga e articolata nel tempo con parecchi successi in carnet: vedi Beethoven con la presenza canina di un San Bernardo al centro del film, o Space Jam, un’animazione buffa e sportiva con Michael Jordan e i personaggi della Looney Tunes sul parquet. “C’è un momento in cui gli attori possono dire quello che vogliono mentre successivamente il mio divertimento per me come regista è prendere quel lavoro grezzo e strutturarlo, rielaborarlo e renderlo conforme al lavoro del personaggio e alla trama che nel frattempo evolve – ha spiegato in un’intervista Reitman – è un modo di essere anche co-sceneggiatore di un film mentre lo si gira, metodo che però non consente lo stesso tipo di regia mirata e raffinata che offre al regista il riconoscimento come creatore del film”. Il terzo capitolo/sequel di Ghostbusters era nei piani di Reitman, ma è tramontato nel 2014 con la morte di Harold Ramis e poi superato dal reboot al femminile diretto da Paul Feig nel 2016 e poi definitivamente tramontato dopo il Ghostbusters Legacy uscito pochi mesi fa.

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