Il sole, la montagna, la neve: la situazione ambientale deve aver particolarmente emozionato il deputato veronese di Fratelli d’Italia Ciro Maschio, vicepresidente della Giunta delle elezioni della Camera e componente della commissione Giustizia ed ex coordinatore regionale del partito di Giorgia Meloni. Si è fatto fotografare nudo su una terrazza, i piedi nella coltre bianca, le braccia allargate, con alle spalle un paesaggio alpino. Ma non si è trattato di uno scatto riservato al suo mondo privato. Lo ha pubblicato su Instagram, dove ha un profilo pubblico con oltre 2mila follower. Nella “storia” con cui ha fatto mostra (quasi completa) di sé ha aggiunto anche una scritta dal sapore goliardico, “Non fa freddo, non fa freddo!”, che forse voleva parafrasare il “non fa male” di Rocky. A Verona se ne sono accorti e hanno cominciato a diffondere la fotografia.
Anche perché Maschio ha fatto molto parlare di sé, in passato, soprattutto quando da presidente del consiglio comunale si scoprì che non aveva pagato un centinaio di multe per infrazioni stradali. Il totale di circa 16mila euro venne poi saldato quando la faccenda finì sui giornali e le opposizioni si domandarono come fosse possibile che avesse collezionato una serie così imponente di sanzioni senza che l’amministrazione gliene chiedesse conto. Maschio, 50 anni, da ragazzo frequentava il Movimento Sociale Italiano, diventando segretario provinciale del Fronte della Gioventù. Dal 1998 al 2002 è stato consigliere comunale con Alleanza Nazionale. Fu rieletto nel 2007 sostenendo il sindaco Flavio Tosi. Rieletto nel 2012 con la lista Tosi per Verona. Nel 2013 è entrato in Fratelli d’Italia al momento della costituzione del partito e per tre anni ne è stato responsabile regionale.
A differenza del set della fotografia, nell’ambiente politico del capoluogo scaligero, l’atmosfera è surriscaldata. Fratelli d’Italia e Lega stanno raggiungendo faticosamente un accordo per presentare uniti la candidatura del sindaco Federico Sboarina, eletto cinque anni fa con il gruppo Battiti e passato lo scorso anno con Meloni. Un passo che ai leghisti non è piaciuto molto, anche perché il segretario federale Matteo Salvini aveva appena espresso il gradimento nei confronti dell’avvocato, quando quest’ultimo aveva ricambiato dicendo che tornava alle sue radici, alla casa della destra. Il centrodestra appare alquanto diviso, visto che Forza Italia, almeno nella sua componente veneta, sembra intenzionata ad appoggiare Tosi, ammesso che lo strappo nei confronti degli alleati venga ratificato in sede nazionale. È una partita ancora aperta.