Zonaeuro

“La procura europea ha già accertato frodi all’Ue per 5,3 miliardi, un terzo solo dall’Italia. Il coinvolgimento dei clan è enorme”

L'intervista al Sole 24 ore di Danilo Ceccarelli, il magistrato italiano che ricopre l'incarico di viceprocuratore europeo: Nei primi sette mesi, fino al 31 dicembre, abbiamo ricevuto dalle autorità pubbliche oltre 1.600 informazioni contenenti notizie di reato: le indagini avviate sono state però circa 600". Particolarmente diffuse le frodi Iva: "Consentono profitti altissimi ma sono quasi invisibili: il cittadino non se ne accorge e non c'è allarme sociale anche se il danno economico alla collettività è molto elevato"

Frodi all’Unione europea per più di cinque miliardi di euro: un terzo sono riconducibili all’Italia con un forte coinvolgimento della criminalità organizzata. È questo il primo bilancio dell’attività della nuova Procura europea (European Public Prosecutors Office, Eppo), l’organismo indipendente dell’Ue al quale spetta di indagare e perseguire, di fronte ai Tribunali degli Stati membri, i reati che ledono gli interessi finanziari dell’Unione. A tracciarlo, in un’intervista al Sole 24 ore, è Danilo Ceccarelli, il magistrato italiano che ricopre l’incarico di viceprocuratore europeo. “Nei primi sette mesi, fino al 31 dicembre, abbiamo ricevuto dalle autorità pubbliche oltre 1.600 informazioni contenenti notizie di reato: le indagini avviate sono state però circa 600 perché le regole che delimitano la nostra competenza rispetto a quella delle procure nazionali sono molto complesse. Il danno al bilancio europeo emerso da questi procedimenti è comunque di 5,3 miliardi, compresa l’Iva”, spiega Ceccarelli.

Il magistrato sottolinea come in Italia sia “stato avviato il maggior numero di procedimenti, il 22% del totale, e nelle indagini italiane è stato accertato il 35% del valore del danno economico all’Unione europea. L’Italia è anche il Paese più coinvolto nei procedimenti tranfrontalieri, oltre ad essere quello che ha effettuato il più alto numero di sequestri di proventi di reato“. La presenza della criminalità organizzata, prosegue Ceccarelli, è concentrata “nelle frodi Iva trasnazionali”: secondo il magistrato il coinvolgimento dei clan in questo settore “è enorme, molto al di sopra delle attese”. Le frodi Iva, prosegue il magistrato, “consentono profitti altissimi ma sono quasi invisibili: il cittadino non se ne accorge e non c’è allarme sociale anche se il danno economico alla collettività è molto elevato. Solo nei procedimenti partiti in Italia, l’Iva evasa è di circa 1,3 miliardi di euro”.

A questo proposito l’ex pm della procura di Milano spiega che il nostro Paese è quello più coinvolto nei procedimenti transfrontalieri, oltre ad essere quello che ha effettuato il più alto numero di sequestri di proventi di reato: “La capacità delle forze investigative italiane di rilevare, identificare e indagare i fenomeni criminali non ha paragoni – dice – abbiamo corpi di polizia specializzati nella lotta ai crimini economici-finanziari o a quelli dei cosiddetti ‘colletti bianch”. Invece, negli altri Paesi “la specializzazione è più limitata”e “la consapevolezza è molto minore. Se ne parla anche poco…”