“Le accuse di aggressione sessuale da parte di Calvin Broadus (in arte Snoop Dogg) sono semplicemente infondate”. Queste le dichiarazioni rilasciate da un portavoce dell’artista americano a Page Six venerdì 11 febbraio. Non solo, ha anche aggiunto: “Sembrano parte di un piano di estorsione della donna ai danni di Snoop Dogg in vista della sua esibizione all’halftime show del Super Bowl (che si è tenuto nella notte appena trascorsa, ndr)”. “Il suo piano prevede un’azione legale avanzata sotto anonimato come ‘Jane Doe’ e, consapevole che può diventare un documento pubblico, ha presentato istanza lo scorso mercoledì pochi giorni prima del Super Bowl”, ha spiegato il portavoce. Infine ha concluso: “Per essere chiari, il signor Broadus non ha mai avuto alcun rapporto sessuale con la querelante. Il suo piano di estorsione è vergognoso. Anche il suo tentativo di usare i tribunali per portare avanti questo schema è vergognoso e arreca danno alle vere vittime che meritano di essere credute”.
I fatti cui fa riferimento il portavoce del rapper e produttore 50enne risalirebbero al maggio 2013. Ovvero quando – stando all’accusa di una sua ballerina – Snoop Dogg avrebbe violentato sessualmente la donna, costringendola ad un rapporto orale, umiliandola e terrorizzandola. Prima di lui anche l’amico e collaboratore Don Juan avrebbe fatto la stessa cosa. Una volta resa nota la notizia, l’artista californiano ha pubblicato sui social un post che recita: “Ecco che parte la stagione dei ricercatori d’oro”. Una frecciatina non troppo velata, che anticipava di fatto la tesi espressa successivamente dal suo portavoce.