Nella votazione per scegliere il nuovo presidente che rappresenti tutti i patron del massimo campionato il nome scelto da Paolo Scaroni è stato sonoramente respinto durante la seconda votazione, quando la candidatura era stata addirittura ritirata per la mancanza di un accordo in grado di assicurare l'elezione. Ora nuove trattative e nuovi profili in vista della nuova votazione in programma la prossima settimana
La poco irresistibile ascesa di Carlo Bonomi da Confindustria alla Confindustria del pallone pare durata appena 24 ore: dalla volata tirata dai giornali al lunedì mattina, al naufragio nel segreto dell’urna al martedì pomeriggio. Nella seconda assemblea elettiva per trovare una nuova guida alla Lega calcio, il capo degli industriali ha raggranellato la miseria di un voto. Una figuraccia, più che una fumata nera. Come raccontato dal Fatto, il suo nome è stato proposto da Paolo Scaroni, presidente del Milan, grand commis di Lega calcio, che negli ultimi due anni ha tenuto sotto la sua ala protettrice Dal Pino e ora vorrebbe dettare il successore, con l’appoggio delle big settentrionali e anche del n.1 della FederCalcio, Gabriele Gravina, che auspicava una rapida risoluzione per disinnescare la “bomba” Serie A che rischia di esplodergli in mano. Sembrava il profilo ideale per rappresentare a livello istituzionale il pallone italiano e andare a trattare i ristori col governo, lui che lo ha già fatto negli ultimi due anni per le imprese. La sua candidatura però non è stata condivisa e questo in una Serie A spaccata storicamente a metà rischia di essere un peccato mortale: l’opposizione dei vari Lotito e De Laurentiis si è subito attivata per bloccare la nomina.
Già dall’inizio dei lavori era chiaro che Bonomi non aveva i numeri per passare. Tanto che la candidatura era stata ritirata prima del voto, proprio per non esporlo a una brutta figura. Le 19 schede bianche vanno più che altro considerate come una seconda votazione a vuoto. Il suo nome però nel segreto dell’urna è comparso lo stesso. Quasi come un messaggio, uno sfregio a Bonomi e a chi lo ha candidato.
Evidentemente la cordata delle big si era fatta male i conti, o aveva peccato di ottimismo: quasi impossibile passare in questo modo alla seconda votazione, con la maggioranza qualificata di 14 voti. Come previsto e prevedibile, i giochi si faranno alla terza , la settimana prossima, quando il quorum si abbasserà e basteranno 11 preferenze per essere eletto. Resta da capire se allora la candidatura di Carlo Bonomi sarà ancora in pista, o, come più probabile, è ormai da considerarsi bruciata dopo la stroncatura odierna. Le parole di Beppe Marotta fanno capire che i suoi sponsor non hanno intenzione di desistere e lo riproporranno.
Come controproposta nelle ultime ore il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis aveva lanciato Lorenzo Casini, capo di gabinetto di Dario Franceschini al ministero della Cultura, profilo vagliato da Lotito, che pensa pure a Salvo Nastasi, stessa provenienza politica. Altra suggestione l’avvocato Gabriele Fava, recentemente nominato da Giorgetti in Alitalia. Ma c’è chi assicura che il nome buono per la presidenza non è ancora uscito. Verrà fatto solo al momento opportuno.