I termini per l’adozione sono scaduti a metà dicembre. Due mesi dopo la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, dice: “Dobbiamo velocemente portare a termine il lavoro”. L’Italia non ha mai recepito la direttiva Ue sul whistleblowing. Un passaggio fondamentale per integrare la legge del 2017 e rafforzare uno strumento chiave nella lotta alla corruzione, che l’esecutivo di Mario Draghi ha ignorato, come ha denunciato di recente The Good Lobby, l’organizzazione che si occupa di trasparenza, sottolineando che la Commissione europea si prepara ad aprire una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia. E ora che l’Italia rischia la “figuraccia internazionale”, come ha scritto appunto The Good Lobby, la Guardasigilli si ricorda del whistleblowing. “Manca e dobbiamo velocemente portare a termine il lavoro sulla direttiva: è un punto che la Commissione europea attende perché si tratta di uno strumento importante per il contrasto alla corruzione”, ha detto Cartabia, facendo il punto sulle riforme e sull’attuazione del Pnrr davanti alla Commissione Giustizia della Camera.
Proprio in vista dell’arrivo delle risorse delle Recovery Fund, come hanno evidenziato di recente anche Anac e Transparency International, è cruciale che l’Italia rafforzi i suoi strumenti di trasparenza e di lotta alla corruzione, a partire appunto dal whistleblowing. “Salutiamo con favore la promessa della ministra Cartabia riguardo la volontà di portare velocemente a termine l’adozione della direttiva – dichiara Federico Anghelé, direttore dell’ufficio italiano di The Good Lobby – in modo che l’Italia eviti l’infrazione comunitaria”. “Ci auguriamo – aggiunge – che la ministra voglia coinvolgere in questo passaggio la società civile. The Good Lobby è pronta a dare il suo contributo”.
A ricordare l’importanza della direttiva Ue sul whistleblowing – il cui termine di recepimento era previsto per il 17 dicembre 2021 – sono state anche le deputate M5s Francesca Galizia, componente del direttivo Cinquestelle alla Camera, e Vittoria Baldino, capogruppo in commissione Affari costituzionali e relatrice della relazione al Parlamento sul Pnrr: “Il M5s ha sollecitato più volte un intervento tempestivo, a iniziare dall’emendamento che abbiamo presentato alla Legge di delegazione europea per rimettere al governo i criteri di delega che sono scaduti e che richiederemo anche nei pareri all’interno della Relazione al Parlamento sullo stato di attuazione del Pnrr”, affermano le due deputate.”Non possiamo più perdere tempo, perché il nostro Paese ha bisogno di normative efficaci contro ogni forma di corruzione e malaffare, soprattutto in vista della gestione dei fondi del Pnrr”, concludono Galizia e Baldino.
“Un’altra perla del governo e questa volta su un tema centrale come la corruzione”, commenta invece il segretario di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni. È “una direttiva fondamentale per consentire ai cittadini di denunciare fenomeni di corruzione e di illeciti nella pubblica amministrazione, nel più totale anonimato e in sicurezza”. “Un grave errore come riconosce pure la ministra Cartabia, soprattutto -aggiunge il leader Si – se si considera che l’arrivo dell’enorme mole di denaro del Pnrr solleticherà diversi appetiti. E offrire protezione e anonimato a chi ha il coraggio di fare il proprio dovere e denunciare gli illeciti è fondamentale“.