Come è noto i vaccinati possono essere contagiati. Ma due studi – uno pubblicato su Nature medicine e l’altro su MedRxiv (quindi non ancora revisionato) – confermano che la carica virale di chi ha ricevuto un composto anti Covid è inferiore a chi non è stato immunizzato. La prima analisi riguarda il trial Cove di Moderna – pubblicato lo scorso 10 febbraio – che ha sviluppato il vaccino a Rna messaggero Spikevax. Da luglio 2020 a maggio 2021 nei partecipanti è stato osservato che il vaccino ha ridotto il numero di copie virali di Sars Cov 2 di 100 volte rispetto a chi aveva ricevuto il placebo. E anche i tempi medi per cui la carica virale del coronavirus non è più rilevabile sono risultati inferiori: 4 giorni per i vaccinati, 7 per i non vaccinati.

“Sebbene siano necessari ulteriori studi, questi dati mostrano che negli individui infetti da Sars Cov 2 la vaccinazione ha ridotto sia il numero di copie virali che la durata dell’Rna virale rilevabile, che – scrivono gli autori – possono essere indicatori del rischio di trasmissione del virus”. Nello studio si sottolinea proprio questo aspetto perché è ormai nota l’efficacia dei vaccini, ma molto meno la loro azione sulla carica virale nei soggetti vaccinati che si infettano. I volontari a cui è stato somministrato il placebo hanno poi ricevuto il vaccino.

Anche lo studio pubblicato l’11 gennaio scorso sulla piattaforma MedRxiv da parte di un team di ricercatori svizzeri conclude con la stessa ipotesi: “Negli individui con infezione da Delta vaccinati e non vaccinati, le copie del genoma dell’Rna erano comparabili, ma gli individui vaccinati hanno una carica virale di fondo significativamente più bassa e hanno eliminato il virus più velocemente“. L’analisi ha valutato la carica virale durante i primi 5 giorni sintomatici su un totale di 384 pazienti. “La vaccinazione era associata a titoli infettivi più bassi e una più rapida eliminazione per Delta, dimostrando che la vaccinazione riduce il rischio di trasmissione”.

Anche un altro studio pubblicato su Science – il 27 gennaio – suggerisce che la vaccinazione riduce la trasmissione del coronavirus. In questo casi i numeri sono molto più ampi. Gli scienziati di Yale (Usa) e del Maccabi Healthcare Services (Israele) sottolineano che ci sono “poche prove dirette nel mondo reale sugli effetti della vaccinazione sulla trasmissione Sars Cov 2” perché gli studi si sono concentrati principalmente sul periodo in cui la variante Alpha era dominante e non sono stati esaminati gli effetti sulla trasmissione dopo l’emergere della variante Delta. Utilizzando i dati del database di Mhs (2.472.502 individui da 1.327.647 famiglie) – nel periodo in cui la mutazione rilevata prima volta in India è diventata dominante – i ricercatori hanno osservato come l’immunizzazione riducesse la trasmissione in contesti famigliari. Nonostante Delta – più contagiosa e virulenta di Alpha – per i ricercatori “la vaccinazione riduce ancora il rischio di trasmissione fornendo protezione contro la suscettibilità alle infezioni, anche se questo effetto si riduce nel tempo a causa sia del declino dell’immunità che della variante Delta, come evidenziato in contesti reali”. Certo è che secondo gli scienziati la sola vaccinazione non basta: “È altamente improbabile che la trasmissione a livello di popolazione di Sars Cov 2 possa essere eliminata attraverso la sola vaccinazione”.

Lo studio su Nature Medicine

Lo studio su MedRxiv

Lo studio su Science

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