Fino al 7 marzo la Scuola del Design ospita "Under Construction", esposizione organizzata dagli allievi e risultato finale del percorso didattico di Innovation Studio. Il corso si concentra sul progettare soluzioni di sistema prodotto-servizio che popoleranno l'ambiente dell'istruzione superiore in un futuro influenzato da disagi ambientali, sociali ed economici. 75 designer hanno voluto quindi immaginare 5 scenari plausibili. Ecco quali
Fino al 7 marzo la Scuola del Design del Politecnico di Milano ospita Under Construction, una mostra organizzata dagli studenti e risultato finale del percorso didattico di Innovation Studio, un laboratorio di progettazione del Master in Product Service System Design. Il corso si concentra sul progettare soluzioni di sistema prodotto-servizio che popoleranno l’ambiente dell’istruzione superiore in un futuro molto imprevedibile: un futuro influenzato da disagi ambientali, sociali ed economici, volte a trasformare le pratiche quotidiane di tutti. Proponendo il tema “Uncertain Times”, il corso di Innovation Studio promuove idee che vogliono appunto sconvolgere l’istruzione superiore. Gli studenti immaginano quindi 5 scenari possibili, dal paesaggio sonoro al metaverso.
È infatti molto probabile che l’educazione sarà più distribuita geograficamente e temporalmente e gli spazi dove si svolgerà saranno più vari e meno centralizzati. Ma cosa significa questo per gli spazi, gli artefatti e i servizi di cui le persone avranno bisogno per studiare, imparare ed essere socialmente impegnati? Gli studenti del politecnico hanno quindi studiato in ambienti che sono piccole variazioni degli anfiteatri delle prime università medievali, dispositivi digitali semplicemente affiancati a scrivanie e lavagne. I nuovi ambienti per l’apprendimento potrebbero aver bisogno di soluzioni più radicali. Questa mostra invita i visitatori ad avere uno sguardo critico sugli ambienti di apprendimento, presentando progetti che affrontano l’istruzione superiore in futuri emergenti immaginati da 75 designer. Questi studenti hanno esplorato 5 scenari immaginati, per i quali hanno progettato sistemi intorno a prodotti e servizi. Andando oltre i sistemi educativi tradizionali, alcuni designer e professori dell’università stanno esplorando ambienti di apprendimento alternativi con gli studenti come punto di partenza. Gli studenti sono coloro che prendono le decisioni e le loro scelte tracciano percorsi individuali, per un viaggio di apprendimento individuale e un percorso collettivo.
Il primo scenario immaginato è quello della “Educazione come bisogno primario”: il cantiere dimostra come l’educazione possa essere una risorsa primaria, una necessità di base, come la salute o il cibo. L’educazione è più che matematica, storia e letteratura. È ciò che forma l’interazione tra persone che creeranno una società migliore. Qui si cerca di capire come i sistemi collaborativi possono trasferire l’istruzione superiore dalle istituzioni stabilite ad una comunità.
Il secondo scenario è quello dell’“Imparare dalla natura”: si immagina infatti, in un futuro non troppo lontano, una realtà in cui il metodo universitario abbraccia l’apprendimento da e con la natura, dove si ricostruisce una relazione con l’ambiente naturale che ci circonda. Con la pressante emergenza della crisi climatica, gli studenti sentono più che mai la responsabilità di agire per contrastare il cambiamento climatico. Il secondo cantiere si rivolge quindi alla natura, immaginando come darle un ruolo centrale nella sfera educativa.
Il terzo scenario è chiamato “Spazi di apprendimento non convenzionali” e spiega come gli spazi di apprendimento flessibili diventano una necessità quando si considerano le proiezioni della popolazione globale: con un’umanità in crescita esponenziale, il 2037 avrà più studenti che mai. Il terzo cantiere invita quindi a cercare opportunità di apprendimento ovunque, esplorando come il design può trasformare qualsiasi spazio in un’opportunità di crescita.
“Paesaggio sonoro per l’istruzione” è il quarto scenario immaginato e si concentra sull’importanza dei paesaggi sonori per l’apprendimento, indagando su come regolare il suono degli ambienti. “Abbiamo immaginato – spiegano gli studenti – come riprogettare i nostri spazi affinché riflettano le esigenze future dell’istruzione”. Dalla creazione di sistemi sonori adattabili, generando rumore bianco per aiutare la concentrazione, ai dispositivi acustici personali per aiutare a cronometrare lo studio, i designer si sforzano di permettere ai futuri studenti di avere il controllo sui loro paesaggi sonori.
Il quinto, e ultimo, scenario prospettato è quello dell’“Apprendimento nel metaverso”. Con l’educazione distribuita e decentralizzata, i confini fisici non dovrebbero più essere un vincolo per avere accesso alla conoscenza. In un quadro speculativo, si sta tenendo un dibattito tra sostenitori e oppositori della tecnologia: sta invadendo le vite di tutti o aiutando a riconnetterle in nuovi modi? Qui si esplorano nuove esperienze di apprendimento dove il tempo e lo spazio non sono più limiti.