La Procura di Ancona ha aperto un fascicolo per omicidio stradale sulla morte di Giuseppe Lenoci, il 16enne del Fermano rimasto vittima di un incidente stradale mentre era sul furgoncino di una ditta di termoidraulica, presso cui stava facendo uno stage nell’ambito di un percorso regionale di avviamento al lavoro. La pm Serena Bizzarri è ancora in attesa della relazione dei carabinieri sul sinistro e al momento non intende chiedere l’autopsia. È probabile che a essere iscritto negli indagati sarà il conducente del mezzo finito fuori strada, un dipendente 37enne della ditta rimasto ferito e ora ricoverato in ospedale. La polizia giudiziaria e il legale della famiglia Lenoci, Arnaldo Salvatori, stanno acquisendo documenti dal Centro di formazione “Artigianelli” di Fermo, frequentato da Giuseppe, per ricostruire quali attività prevedesse il tirocinio. A Monte Urano, il paese d’origine del ragazzo, è stato proclamato il lutto cittadino per mercoledì 17 febbraio: “È una tragedia che si poteva evitare. A quanto pare il ragazzo non doveva uscire fuori sede e invece è uscito”, dice all’Ansa la zia Angela. “Questa settimana o la prossima avrebbe dovuto essere l’ultimo stage e si sarebbe diplomato la prossima estate. Spero che si faccia chiarezza, è ovvio che mio nipote non tornerà più ma bisogna fare chiarezza”.
Nel frattempo Manuela Ghizzoni, responsabile Istruzione del Pd, e Chiara Gribaudo, vicecapogruppo alla Camera e responsabile Missione Giovani nella segreteria, chiedono di attivare con “urgenza” il tavolo proposto dai ministri del Lavoro Andrea Orlando e dell’Istruzione Patrizio Bianchi per “rivedere complessivamente tutte le fasi in cui” i ragazzi “vanno sui luoghi di lavoro”, per “individuare e applicare tutte le soluzioni e innovazioni” affinché i percorsi in formazione “siano tutelati da condizioni di sicurezza specifiche e rigorose”. “Morti sul lavoro, morti mentre si va al lavoro. E morti durante un’esperienza lavorativa che avrebbe dovuto avere carattere formativo. C’è un’emergenza nel nostro Paese, quella della sicurezza nei posti di lavoro e della sicurezza nelle esperienze che introducono al lavoro”, dicono Ghizzoni e Gribaudo. In apertura della seduta di martedì il Consiglio regionale delle Marche ha osservato un minuto di raccoglimento: “Testimoniamo la nostra vicinanza ai familiari di Giuseppe Lenoci. La sua è ancora una volta una morte inconcepibile. E non vogliamo andare avanti con le parole. Quella della sicurezza, più specificamente nei luoghi di lavoro, è una tematica che richiama le istituzioni e la comunità tutta ad un grande senso di responsabilità”, ha detto il presidente dell’assemblea Dino Latini.
“Quando uno studente di sedici anni muore nel tragitto di ritorno da uno stage, si consuma un dramma che non può lasciarci indifferenti e non interrogare tutti, a partire dalle imprese, dalle istituzioni e dalla politica”, dice Daniela Barbaresi, segretaria generale della Cgil Marche. “Questa volta, non si è trattato di un infortunio in un cantiere o dentro una fabbrica ma, come si dice in gergo, di un infortunio in itinere. Non per questo, è meno drammatico e meno grave“. Ad avviso della numero uno marchigiana del sindacato “occorre riflettere sulle troppe forme di tirocini, stage, alternanza scuola-lavoro, sull’effettiva efficacia di tali percorsi e sulle condizioni del loro svolgimento, che non sempre avvengono nel pieno rispetto della garanzia della salute e sicurezza”.
Sul tema è intervenuto anche il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra: “Le rivendicazioni della Cisl e degli altri sindacati confederali per fermare la terribile strage di morti sul lavoro, inasprendo norme, controlli e sanzioni e rafforzando investimenti in tecnologia e formazione per la salute e la sicurezza sul lavoro, sono state riproposte anche recentemente con mobilitazioni e confronti verso tutti i livelli istituzionali – ha spiegato – La integrale applicazione di ogni norma e prescrizione sulla sicurezza e una serrata vigilanza su questi temi da parte delle istituzioni, devono caratterizzare in modo inderogabile anche tutte le esperienze di alternanza e del duale”. Sbarra chiede anche che i “percorsi di apprendimento basato sul lavoro, in particolare nella istruzione e formazione professionale, siano ulteriormente qualificati e valorizzati, dando ai ragazzi l’opportunità di adempiere al diritto-dovere di istruirsi e formarsi secondo le proprie capacità e i propri talenti”.