I costruttori di auto di lusso e performanti sono sempre più interessati alla ricerca e sviluppo degli e-fuels, che consentono riduzioni fino all'85% delle emissioni di anidride carbonica. "“Il problema non è il motore a combustione interna in sé, quanto il carburante che bruci", fa sapere Porsche
“Dopo il passaggio all’ibrido, aspetteremo di vedere se sarà possibile offrire veicoli con motore a combustione interna oltre il 2030. Una possibilità è quella di mantenere in vita i veicoli con motore termico attraverso combustibili sintetici”. Lo ha detto Stephan Winkelmann, amministratore delegato di Lamborghini, in un’intervista rilasciata al Welt am Sonntag. Il rombo dei celebri V12 di Sant’Agata Bolognese, quindi, è destinato a riecheggiare nell’aria ancora a lungo, grazie a tecnologie che consentiranno ai propulsori bielle e pistoni del Toro di sopravvivere alla transizione ecologica. A dare un contributo fondamentale sarà l’ibridizzazione, ovvero l’elettrificazione delle unità motrici, ma un ruolo cruciale lo avranno pure i carburanti sintetici.
Lamborghini è solo l’ultimo dei marchi di prestigio del gruppo Volkswagen a sposare la causa dei cosiddetti e-fuels. Recentemente, era stata la Porsche ad aprire a questi carburanti, che hanno impatto carbonico pressoché nullo. Per Oliver Blume, ad Porsche, gli e-fuels rappresentano il contraltare delle batterie per le auto elettriche e consentiranno di “far funzionare l’enorme quantità di Porsche del passato che circolano ancora nel mondo” e saranno indispensabili per “per raggiungere i severi obiettivi ambientali che la Porsche si è imposta. Gli e-fuels, in particolare, hanno il vantaggio di poter usufruire della spinta del settore aeronautico, che non ne potrà fare a meno”.
Con i carburanti sintetici, “le emissioni di CO2 ‘dal pozzo alla ruota’ si riducono dell’85%, con meno particolati e meno ossidi di azoto” allo scarico, spiegava nel 2021 Frank Walliser, Vicepresidente Porsche Motorsport e vetture GT: “Ciò permetterà ai modelli termici o ibridi di avere un’impronta di carbonio simile a quella di un veicolo elettrico”. Parole simili da Michael Steiner, capo del reparto ricerca e sviluppo della casa di Zuffenhausen: “Il problema non è il motore a combustione interna in sé, quanto il carburante che bruci. Vogliamo dimostrare che questa tecnologia potrebbe essere la soluzione per le auto sportive, per il motorsport ma anche per le auto stradali”.
Alla questione e-fuels è interessata pure Bentley: “Stiamo valutando attentamente i carburanti sostenibili, siano essi sintetici sia di origine naturale. Riteniamo che i motori a combustione rimarranno in produzione ancora per molti anni e siamo convinti che alimentarli con alternative più ecologiche offrirà significativi vantaggi ambientali”, aveva affermato qualche mese va Matthias Rabe, direttore tecnico del marchio inglese.