Elaborare una linea comune sui referendum, da sottoporre al voto degli iscritti al Movimento 5 stelle. Dopo un mese tormentato dalle tensioni nell’elezione del presidente della Repubblica, dagli scontri con Luigi Di Maio e infine dalla sospensiva del Tribunale che ha congelato la sua elezione alla presidenza, Giuseppe Conte torna a muoversi da leader del M5s. E lo fa per trovare una quadra sulla linea da tenere sui referendum, attualmente al vaglio della Consulta. Che nel frattempo ha dichiarato inammissibile il quesito sull’eutanasia legale. “Non possiamo gettare al vento le firme e la partecipazione dei cittadini. È imperativo del Parlamento dare una risposta subito a tutela della dignità di tante persone e famiglie che soffrono. Il Movimento 5 stelle c’è, abbiamo già un testo: basta attese“, ha scritto su twitter l’ex premier.
Già ieri il premier ha aperto il confronto coi capigruppo di Camera e Senato e con quelli delle commissioni dei 5 stelle . E oggi lo ha proseguito in assemblea, spiegando che sugli altri referendum “ci piacerebbe fare una consultazione online, ci piacerebbe prendere un pò di tempo per farlo ma mi piacerebbe anche coinvolgere gli iscritti”. Sulla linea da tenere Conte anticipa che il M5s è pronto “ad abbracciare convintamente” il quesito sulla legalizzazione della cannabis, perché “consonante” con una proposta di legge avanzata dal deputato 5s Mario Perantoni. Sul fine vita, ha ripetuto Conte, “la grande partecipazione che c’è stata, il grande coinvolgimento nella raccolta di firme, impone all’intero Parlamento di sedersi con noi e discutere un progetto” che sia “ben costruito, articolato e ponderato”. Sui quesiti sulla giustizia, promossi dalla Lega e dai Radicali, in questi mesi il M5s si è espresso in maniera univoca in modo contrario con esponenti di primo piano che li hanno definiti “pericolosi“. Oggi Conte ha invitato “il Movimento a respingere queste proposte referendarie. Nessuno di questi quesiti – ha spiegato nel suo intervento prima di dare il via alla discussione – farebbe compiere un passo avanti per quanto riguarda l’efficienza della giustizia. Anzi, i quesiti dal numero 2 al 6 ci farebbero compiere un passo decisamente indietro, sarebbero disfunzionali e peggiorativi per il sistema giustizia”.