Non è bastata una mobilitazione senza precedenti e le oltre un milione e 240mila firma raccolte, nel silenzio dei grandi partiti e nell’immobilismo del Parlamento. La Corte costituzionaleha dichiarato inammissibile il referendum sull’eutanasia legale promosso dall’Associazione Luca Coscioni. È stato il tesoriere Marco Cappato, da mesi in prima fila sul tema e protagonista della campagna, a commentare dopo la decisione dei giudici: “La Consulta ha bocciato il referendum in nome della tutela delle persone deboli e fragili. Io penso che siano proprio loro a non dover subire contro la loro volontà una condizione di sofferenza insopportabile, come una tortura. Purtroppo con la bocciatura del referendum significherà per troppe persone dover continuare di subire quel tipo di condizione. Questa è una brutta notizia per loro, ma anche per lo stato di salute del nostro paese”, ha spiegato. Per poi rilanciare: “La battaglia però non finisce. Siamo arrivati fin qui con la forza della disobbedienza civile e dei ricorsi in Tribunale, con la forza di chi ha scelto di non voler subire privatamente quella sofferenza. Su quella strada continueremo e otterremo questo risultato”.
Intanto dai partiti c’è chi rilancia – come il leader M5s Giuseppe Conte – il testo sul fine vita in discussione in Aula (già annacquato e più restrittivo sulle condizioni di accesso al suicidio assistito rispetto a quanto deciso dalla stessa Corte sul caso Cappato/Dj Fabo, ndr) o chi parla di “brutta notizia” (come Matteo Salvini). “Parole di ipocrisia dopo il silenzio dei leader durante la campagna? I vertici dei partiti sono stati zitti, sperando che la Corte costituzionale togliesse le castagne dal fuoco. Da destra a sinistra, e soprattutto a sinistra, non hanno speso una parola sul referendum. Spero che ora siano in grado di dimostrare di saper fare non una qualunque legge, ma una buona legge. Perché la proposta di legge a prima firmaPd-M5Speggiorerebbe e restringerebbe le libertà che ci sono fino ad esso. Non abbiamo particolare fiducia, speriamo di essere smentiti ma non stiamo fermi”, ha continuato Cappato.
E ancora: “La disobbedienza civile, da Piergiorgio Welby a Dj Fabo è lo strumento che ha portato fino a qua. Speriamo che almeno sul referendum per la legalizzazione della cannabis il popolo italiano possa essere nella condizione di decidere di votare, altrimenti si perderebbe una nuova occasione di stagione referendaria, così importante di fronte ad un palazzo così immobile”, ha concluso Cappato.