Diritti

Referendum, la Consulta si riunisce per decidere su eutanasia, cannabis e giustizia. Cappato: “Grande occasione per unire il Paese”

Dopo la raccolta firme e la validazione della Cassazione, per i referendum su eutanasia legale e cannabis (così come per i 6 quesiti sulle giustizia voluti da Lega e Radicali) è il giorno decisivo, con la discussione e l’esame alla Corte costituzionale che dovrà decidere sull’ammissibilità. Il neo presidente della Corte costituzionale, Giuliano Amato, ha fissato alle ore 9.30 l’inizio dell’udienza: sarà il quesito sul fine vita ad aprire i lavori, seguiranno quelli su cannabis e giustizia.
“Siamo qui grazie a un milione e 240mila persone che hanno firmato il referendum e grazie a chi ha avuto il coraggio di trasformare un dramma privato in una battaglia di libertà. Entriamo in Corte con il rispetto per la stessa e con la speranza che ci sia una stagione referendaria. Sarebbe importante per la democrazia comunque la si pensi”, ha spiegato Marco Cappato, tesoriere dell’associazione Luca Coscioni e protagonista della campagna referendaria. “Questi referendum sono una grande occasione per unire, non per dividere, il Paese nel dibattito su questi temi”, ha aggiunto.
“La giornata è storica. La speranza si fonda sulla corretta scrittura dei quesiti. Abbiamo tenuto conto sia dei paletti previsti dalla Costituzione che della giurisprudenza che alcuni costituzionalisti chiamano una sorta di ‘polpetta avvelenata’ che ha caratterizzato negli ultimi 35 anni le decisioni della Consulta”, ha spiegato pure il radicale Marco Perduca, presidente del Comitato per il referendum sulla cannabis. Secondo cui le parole del presidente Giuliano Amato (che ha spiegato come bisogna “evitare di cercare il pelo nell’uovo” e la Consulta deve ‘impegnarsi per consentire il voto”, ndr) abbiano creato “una atmosfera diversa”: “Certo, sappiamo che ci sono dubbi e comitati contro. Ma noi siamo certi che gli argomenti a favore per la difesa dei nostri referendum siano stati ben preparati”, ha concluso Perduca. “Una nuova primavera e stagione di democrazia è possibile, speriamo che questo accada”, ha auspicato infine Cappato prima di entrare in Corte costituzionale.