Non c’è pace per il gruppo Saipem. Dopo l’annuncio a sorpresa della maxi perdita 2021 che ha portato ad una sorta di commissariamento dei vertici del gruppo di servizi e energetici, arriva anche una multa da 192 milioni di euro dal Tribunale di Algeri. La sanzione, prevista dalla sentenza di primo grado, attiene ad una commessa Gln3 in Algeria assegnata nel 2008 a Saipem, Saipem Contracting Algérie e Snamprogetti Algeria Branch e ormai conclusa. Lo si legge in una nota in cui le tre aziende annunciano ricorso. La multa – spiega Saipem – influirà sui conti del 2021 anche se, a seguito dell’appello non verrà per ora corrisposta. Saipem ricorda che il Tribunale di Milano l’aveva assolta in via definitiva per gli stessi fatti il 14 dicembre del 2020. Le tre società sono state accusate di: “maggiorazione dei prezzi in occasione dell’aggiudicazione di contratti conclusi con una società pubblica a carattere industriale e commerciale beneficiando dell’autorità o influenza di rappresentanti di tale società” e di “false dichiarazioni doganali”.
Il Tribunale di Algeri ha, inoltre, condannato due ex dipendenti del Gruppo Saipem. Si tratta dell’allora responsabile del progetto Gnl3 Arzew e di un ex-dipendente algerino, a cui è stata inflitta una pena rispettivamente di 5 e 6 anni di reclusione. Un terzo dipendente di Saipem è stato invece assolto da ogni accusa. .
Il gruppo intanto lavora alla revisione del piano strategico 2022-2025 che era stato presentato lo scorso 28 ottobre 2021. Il nuovo Piano – si legge in una nota – sarà sottoposto all’approvazione del consiglio di amministrazione il 15 prossimo marzo, in concomitanza con l’approvazione del bilancio consolidato del 2021 e della manovra finanziaria che vede protagoniste le banche creditrici per la revisione del debito e i soci per un possibile aumento di capitale stimato in 1 miliardo di euro. Saranno presentati invece il prossimo 24 febbraio i conti del 2021.
Saipem è guidata da Francesco Caio, ma dopo lo , il manager è stato affiancato da Alessandro Puliti proveniente da Eni. Il gruppo è infatti il primo azionista di Sapiem con il 30%. Un altro 12,5% fa capo a Cassa depositi e prestiti e quindi al ministero dell’Economia. La ricapitalizzazione che si rende necessaria dopo le perdite annunciate si prospetta da almeno un miliardo, ameno 187 milioni saranno a carico delle casse pubbliche. A scavare l’incremento del passivo sono stati diversi elementi a cominciare dallo stop ad un progetto in Mozambico commissionato da Total. Negli anni della pandemia inoltre i grandi gruppi petroliferi hanno congelato gli investimenti in nuove attività di esplorazione ed estrazione.