I genitori lo portano al pronto soccorso del Policlinico di Milano perché ha forti dolori all’addome e vomitava ma il bimbo, 4 anni, viene dimesso con una diagnosi di gastroenterite da curare con la tachipirina. Il giorno dopo il peggioramento: portato nuovamente d’urgenza dai genitori al pronto soccorso, muore alcune ore dopo per una peritonite acuta. È successo a novembre scorso, ma la notizia è stata resa nota solo ieri, 15 febbraio. La Procura di Milano infatti ha aperto un’indagine con l’accusa di omicidio colposo a carico della specializzanda che ha visitato il piccolo e del medico di turno, che ha firmato le sue dimissioni.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti e degli investigatori del dipartimento “ambiente, salute, sicurezza, lavoro”, il bimbo quella sera è stato accompagnato all’ospedale milanese in quanto stava male da qualche giorno. Nel giro di poco, dopo la visita da parte della dottoressa specializzanda che stava svolgendo appunto la formazione post laurea, il piccolo è tornato a casa con la diagnosi di gastroenterite. A firmare le sue dimissioni è stato il medico specialista di turno. Il giorno successivo, però, nessun miglioramento. Anzi, le condizioni del bimbo sono peggiorate sempre più, tanto che i genitori, allarmati, hanno chiamato il 118. Immediata la corsa in ospedale ma senza esito: l’infiammazione da peritonite aveva già gravemente compromesso la situazione, causando la morte del bambino.

Da qui l’inchiesta e la consulenza di parte di un pool di esperti nominati dagli inquirenti, ai quali è stato chiesto di fare esami istologici e tossicologici per stabilire quale fosse appunto il livello di infiammazione. Inoltre, si punta a capire se siano stati rispettati i protocolli specifici per casi del genere e il motivo per cui i medici non abbiano effettuato una “Ves”, ossia una analisi del sangue che permette di evidenziare l’eventuale presenza di infiammazione nell’organismo. Sulla tragica vicenda anche lo stesso Policlinico ha “immediatamente aperto una indagine interna in stretta collaborazione con la procura” milanese alla quale “sono stati forniti fin da subito tutti gli elementi per ricostruire la dinamica” e “gli approfondimenti sono ancora in corso”. I familiari, invece, con una nota hanno voluto precisare di non aver mai sporto denuncia “nei confronti dell’ospedale che ha avuto in cura il bambino né dei medici coinvolti”.

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