Per Ines Testoni parlare di morte, e di quanto è ad essa collegato, è fondamentale per comprendere il percorso umano, dal punto di vista storico e culturale, ma è soprattutto naturale. Sicuramente Il grande libro della morte è un’opera omnia, in cui vengono trattati i diversi ambiti – filosofici, religiosi, rituali, sociali – attraverso i quali viene data lettura dell’evento luttuoso rispetto ai periodi storici, da quelli più antichi a quelli attuali, e delle forme in cui veniva rappresentato il passaggio, l’accesso all’aldilà.
Dalle considerazioni filosofiche dello spettacolo del vivere che meraviglia e nel contempo terrorizza, all’orrore della morte, che gradualmente trova nel mito e nell’illusione una soluzione per spiegare il perché del dolore e del terrore, per riuscire a porvi rimedio, lo studio della fenomenologia della morte e del lutto approda alla sfida del Postumanesimo, metamorfosi e sintesi delle tecniche e delle discipline legate all’informatica, all’ingegneria e alle biotecnologie, che potenziano non solo la salute e il benessere, ma anche, e non meno, le capacità sensoriali, mentali e psicologiche, per irrobustire le prestazioni umane e allontanarle il più possibile dalla morte.
Lo studio della ritualità funebre e del suo simbolismo, la trasformazione del corpo e il suo rapporto con l’anima, le forme di manifestazione del dolore, l’orrore e l’angoscia, la natura e il suo rispetto come espressione delle manifestazioni della vita, sono alcuni degli ambiti che manifestano e testimoniano il progressivo interesse intorno ai temi della morte, delle sue rappresentazioni ed elaborazioni che determinano uno scenario caleidoscopico di luci e ombre, colori e trasparenze, su cui si dipana lo spettacolo meraviglioso del vivere e del morire.