La Corte d’appello di Milano ha assolto, “perché il fatto non sussiste”, l’insegnante di italiano di 44 anni accusata di omicidio colposo per la morte di un alunno precipitato nella tromba delle scale della scuola Pirelli, in zona Bicocca, nell’ottobre 2019. In primo grado, col rito abbreviato, la docente era stata condannata a un anno. Nella stessa inchiesta un’altra insegnante, di sostegno, ha preferito il rito ordinario che si celebrerà in dibattimento, mentre una collaboratrice scolastica ha patteggiato due anni. Il bambino che perse la vita si chiamava Leonardo e aveva 5 anni e mezzo. L’insegnante – difesa dagli avvocati Matteo Gritti del foro di Como e Simone Briatore di Milano – era presente in aula al momento della lettura del dispositivo.
“Abbiamo sempre sostenuto l’assenza di nesso di causa tra la morte del bambino e la negligenza della docente che per noi era insussistente”, ha spiegato l’avvocato Gritti. “Le carte e le prove che abbiamo raccolto non sono cambiate, dal primo al secondo grado di giudizio. La Procura generale ha chiesto la conferma della condanna con sospensione condizionale ma il giudice ha accolto la nostra tesi. Ora aspettiamo le motivazioni della sentenza per comprendere ma è chiaro che la nostra assistita era ed è innocente”.
Secondo la ricostruzione dell’inchiesta il bambino uscì con il permesso delle insegnanti per andare al bagno. Forse attratto dalle voci del piano di sotto, salì su una sedia lasciata nel corridoio vicino alla balaustra e perse l’equilibrio cadendo da un’altezza di circa 13 metri. Le insegnanti erano state accusate di aver “omesso la dovuta vigilanza sul bambino” e aver violato il regolamento dell’istituto, mentre la bidella di “non avere vigilato sulla sicurezza ed incolumità dell’alunno” per aver lasciato la sedia incustodita e aver lasciato temporaneamente la sua postazione.
Dopo la condanna in primo grado del gup è arrivato il ricorso degli avvocati dell’insegnante di italiano. “Si è conclusa – sottolinea Gritti – una triste vicenda che ci ha visti condividere anche la sofferenza umana di una maestra che ama il suo lavoro e i suoi alunni. C’è sempre stato il massimo rispetto per i genitori del piccolo Leonardo ma siamo felici che si sia chiuso in questo modo l’iter processuale. Mai fino ad oggi c’era stato un evento di questo tipo”. Non è ancora noto se la Procura generale impugnerà la decisione in Corte di Cassazione.