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Oggi è un altro giorno, Claudia Ferri: “Donna nel corpo di un uomo, ho passato l’infermo vero. Psicofarmaci già a 13 anni, fu devastante”

La truccatrice è la protagonista della canzone "Il mio amico" che Anna Tatangelo portò al Festival di Sanremo del 2008, rivelando al mondo la sua storia: fino a qualche anno fa, infatti, Claudia Ferri era Claudio Ferri

di F. Q.

È un racconto toccante quello fatto da Claudia Ferri a Serena Bortone nell’ultima puntata di Oggi è un altro giorno. La truccatrice è la protagonista della canzone “Il mio amico” che Anna Tatangelo portò al Festival di Sanremo del 2008, rivelando al mondo la sua storia: fino a qualche anno fa, infatti, Claudia Ferri era Claudio Ferri. “Non avevo mai fatto outing con nessuno, neppure con la famiglia. Quando Anna ha portato la canzone a Sanremo, mia madre, che legge molto, ha visto un articolo nella pagina degli spettacoli e ha capito tutto. Non l’avevo avvisata, perché non me la sono sentita. Per quasi una settimana non mi ha rivolto la parola. Anna? È la mia amica del cuore, un’altra sorella, un pezzo di cuore. Nel mio percorso di vita è stata importantissima”, ha confidato.

Quindi ha ripercorso la sua odissea, iniziata quando aveva solo 6 anni e le suore dell’asilo segnalarono ai genitori che gli piaceva giovare con le bambole: “Mi hanno fatto sentire diversa, per me ero normale. Non capivo, non capivo neppure l’atteggiamento della maestra e dei compagni alle elementari. Ho passato l’inferno vero, durato fino al liceo. Cancellerei volentieri quel pezzo di vita: mi chiamavano ‘frocetto’, ‘femminuccia’, mi spogliavano nei bagni. Sono stata bocciata in prima e in seconda media, perché non avevo un equilibrio. Ho vissuto una solitudine che credo di non avere mai guarito. Mi sentivo invisibile, inascoltato, tanto che a 13 anni mi cambiarono scuola. Prendevo gli psicofarmaci, stavo veramente male. Fu devastante”.

Poi a 40 anni ha iniziato finalmente il percorso di transizione per diventare una donna: “La prima persona a cui ho detto di voler essere Claudia è stato mio padre malato di Alzheimer. Mi ha detto ‘Perché non lo hai fatto prima? Non devi pensare a nessuno, pensa a te’. Ho pensato anche al suicidio da bambino, il primo psicologo l’ho visto a sei anni. Il dolore era talmente grande. È una cosa che non farò mai, ma l’idea mi ha aiutato… Ricordo ancora la suora quando all’asilo chiese a mia madre se mi aveva spiegato che ero un maschietto e non una femminuccia”.

Anna Tatangelo, originaria di Sora proprio come lei, è sempre rimasta al suo fianco: “Anna è la mia amica del cuore. È una sorellina, ma io non ero ancora dichiarata con la mia famiglia e a mia madre, da sempre molto discreta e riservata, prese un colpo quando mi vide sui vari giornali”. Ecco quindi che l’intervista si è chiusa con il commovente videomessaggio proprio della Tatangelo: “È un’occasione per ribadirti che sono orgogliosa della donna che sei diventata. Abbiamo condiviso gioie e dolori. Io per te ci sarò sempre”.

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