L’annuncio è stato dato a una delegazione di Greenpeace e dell'associazione veneta Mamme No Pfas. La commissione parlamentare sulle ecomafie ha lanciato l’allarme per tutta Italia, sostenendo la necessità di una legge che vieti l'emissione di queste sostanze dannose per l’uomo e non smaltibili dall’organismo
Il Parlamento italiano ha deciso di avviare l’iter per approvare una legge che limiti gli scarichi di sostanze no Pfas dell’industria e la presenza nell’acqua potabile. L’annuncio è stato dato da Vilma Moronese, presidente della Commissione ambiente del Senato, a una delegazione di Greenpeace e delle Mamme No Pfas, una associazione sorta in Veneto dove si è manifestato un colossale inquinamento delle falde. Giuseppe Ungherese di Greenpeace e alcune mamme avevano già chiesto un incontro per sostenere la causa delle “emissioni zero” delle sostanze perfluoroalchiliche, alla luce delle conclusioni della commissione parlamentare sulle ecomafie che ha lanciato l’allarme per tutta Italia, sostenendo la necessità di una legge che vieti le emissioni. Le sostanze sono dannose per l’uomo e non sono smaltibili dall’organismo. Sotto inchiesta in Veneto è finita la Miteni di Trissino (Vicenza) che sarebbe la causa dell’inquinamento idrico che coinvolge anche le province di Padova e Verona.
La senatrice Moronese ha annunciato che l’iter parlamentare è stato avviato con un voto unanime della Commissione ambiente del Senato. Tutte le forze politiche, quindi, sono favorevoli a un controllo più severo. I valori indicati nel disegno di legge ricalcano quelli indicati dall’Unione Europea che ne ha fissato l’applicazione a partire dal 2024. Nelle acque potabili non sarà più tollerata la presenza di un livello superiore ai 5000 nanogrammi di Pfas, considerati come somma totale di tutti i diversi tipi di sostanze poli e perfluoroalchiliche. Inoltre, la somma di 23 sostanze particolari di Pfas non dovrà comunque superare i 1000 nanogrammi per litro. Per Ungherese e le “mamme no Pfas” è “molto positivo che l’iter sia stato avviato con il consenso di tutti i gruppi parlamentari, il che dimostra che finalmente esiste una sensibilità verso questo argomento troppo a lungo ignorato. Finora ci siamo trovati come in un Far West dove tutti hanno potuto fare quello che volevano a scapito dell’ambiente e della salute umana. Noi però vorremmo che si arrivasse al livello zero, ovvero a nessuna tolleranza. Speriamo che in sede di dibattito parlamentare si possano rivedere quei parametri”.
“Sono convinto che lo Stato debba fissare dei limiti sulle matrici ambientali e individuare una regolamentazione uniforme su tutto il territorio nazionale. Qui non si tratta di fare strumentalizzazioni politiche, ma di tutelare la popolazione da composti chimici pericolosissimi per la salute”, è il commento di Gianni Pietro Girotto, presidente della Commissione industria del Senato e a capo del Comitato Transizione Ecologica del MoVimento 5 Stelle, che sul tema dei Pfas ha presentato pochi giorni fa un’interrogazione parlamentare.