“Se era possibile interpretare i quesiti scritti male? Se fosse stato possibile l’avrei fatto“. Ma noi “non possiamo cambiare il quesito” nel “giudicare l’ammissibilità di un referendum”. Così il presidente della Corte Costituzionale, Giuliano Amato, rispondendo alle domande dei giornalisti durante la conferenza stampa sulle decisioni della Consulta in merito ai referendum su Eutanasia, Cannabis e Giustizia. Parlando in particolar modo del quesito sull’Eutanasia, Amato ha specificato: “Il quesito è quello e noi dobbiamo valutare se ha caratteristiche che lo rendono contrario alla Costituzione, non solo che non rientra alle materie di cui all’articolo 75 ma che non lascia scoperti valori e diritti costituzionali irrinunciabili”.
“Io vedevo quello che avevamo fatto sull’articolo dopo (l’aiuto al suicidio ndr) e avrei voluto trasferirlo qua, ma non potevo”, ha detto ancora Amato. Per quanto riguarda il referendum sulla Cannabis, ha proseguito, “forse un pezzo magari era meno contrario degli altri due, ma io non posso toccare il quesito, se il quesito è diviso in tre sotto-quesiti io questo treno non lo posso toccare. Se il primo vagone già da solo deraglia si porta dietro gli altri due”.