Della de-escalation annunciata da Vladimir Putin non si hanno già più tracce. Se il Cremlino ha annunciato il ritiro di una parte dei propri militari dal confine con l’Ucraina, venendo smentito dalla controparte, sul fronte con le repubbliche separatiste filo-russe i bombardamenti sono iniziati da settimane e oggi hanno colpito un asilo vicino a Lugansk e un liceo nel villaggio di Vubrivka. I ribelli denunciano azioni militari da parte di Kiev, che smentisce. Ma la guerra tra Russia e Occidente, in particolar modo Stati uniti e Gran Bretagna, continua anche sul fronte mediatico e diplomatico, con il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, che arriva a ipotizzare, senza però fornire alcuna prova, che “la Russia potrebbe inventare attacchi terroristici, inscenare attacchi con droni contro i civili, un attacco con armi chimiche, rivelare false fosse comuni per cominciare l’attacco”.
I BOMBARDAMENTI A EST – Il fronte più caldo, al momento, è quello nelle repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk, teatro del conflitto del 2014 nel quale persero la vita 14mila persone. L’Osce ha denunciato che in mattinata si sono verificati “episodi di bombardamenti multipli lungo la linea di contatto nell’Ucraina orientale”. I separatisti appoggiati da Mosca attivi nella regione hanno accusato l’Ucraina di avere aperto il fuoco quattro volte nelle ultime 24 ore. Versione però smentita da Kiev: “Nonostante il fatto che le nostre posizioni siano state colpite con armi proibite, inclusa l’artiglieria da 122 millimetri, le truppe ucraine non hanno aperto il fuoco in risposta”, ha affermato un addetto stampa dell’Operazione Join Forces ucraina alla Reuters. E aggiungono: “Le forze separatiste hanno sparato colpi di mortaio contro un villaggio nella regione di Lugansk colpendo un asilo“.
L’ALTRO FRONTE – Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, da parte sua, ha dichiarato che “leggiamo e vediamo i rapporti dal confine. Naturalmente, il nostro esercito ha più informazioni, considerando i dati provenienti da fonti speciali. Ma è ovvio anche senza tali informazioni che le tensioni stanno aumentando. Negli ultimi giorni abbiamo sentito che la Russia avrebbe conservato un enorme potenziale offensivo al confine. Ma è del nostro territorio che stiamo parlando. Nel frattempo, nessuno, nessun rappresentante occidentale ha menzionato l’enorme potenziale offensivo dell’esercito ucraino che esiste sulla linea di contatto”.
La Cnn ha mandato in onda alcune immagini satellitari delle aree di confine tra Bielorussia e Ucraina: secondo l’emittente americana è in corso la costruzione di nuove strade e di un ponte lungo il fiume Pripyat che bagna entrambe le nazioni e si trova a meno di 7 chilometri dalla frontiera ucraina. Fonti della televisione statunitense hanno definito il ponte funzionale a un potenziamento delle forze militari russe nel caso in cui si verifichi un’invasione. La costruzione del ponte è monitorata dall’intelligence e dai militari occidentali, ma non è ancora chiaro se a costruirlo siano le forze russe o i loro alleati bielorussi. La Guardia Nazionale ucraina ha esortato i cittadini a tenere i nervi saldi con un messaggio su Twitter: “Mantenete la calma e abbiate fiducia nella Guardia Nazionale”. Nel mentre, l’esercito russo ha affermato che dieci convogli militari con “grandi carichi, pesanti e pericolosi” hanno lasciato la Crimea. Lo ha riferito l’agenzia di stampa russa Interfax, secondo cui i convogli avevano terminato le esercitazioni di addestramento.
In totale, si stima che ci siano oltre 150mila soldati russi schierati a nord, ad est e a sud dell’Ucraina: “Continuiamo a ricevere indicazioni che la Russia potrebbe trovare un falso pretesto in qualsiasi momento per giustificare un’invasione. Ogni indicazione che abbiamo ora è che intendono accettare solo pubblicamente di parlare e fare affermazioni sulla de-escalation, mentre in realtà si mobilitano privatamente per la guerra”. Le autorità militari russe annunciano però che nuove unità del Distretto militare occidentale si stanno ritirando da un’area vicino al confine con l’Ucraina e che percorreranno una distanza di circa un migliaio di chilometri, sebbene non abbiano specificato quale sia la loro destinazione.
Anche venti navi da guerra, secondo le autorità russe, hanno lasciato il porto di Makhachkala e iniziato le manovre nel Mar Caspio: “L’equipaggio delle navi della Flottiglia del Caspio dovrà svolgere mirati compiti di addestramento al combattimento in condizioni ambientali difficili e agire in base a varie indicazioni provenienti dal posto di comando della flotta”.
LO SCONTRO DIPLOMATICO E MEDIATICO – Ad alzare ulteriormente la tensione arriva anche il presidente bielorusso, Aleksandr Lukashenko, stretto alleato di Putin che si è detto pronto a ospitare “armi nucleari” in caso di minaccia occidentale. Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha invece dichiarato che “per il momento episodi di de-escalation sul terreno non si sono visti”, annunciando poi un suo imminente viaggio a Mosca con l’obiettivo di “far sedere allo stesso tavolo Putin e Zelensky”. Intanto, però, il viceambasciatore degli Stati Uniti a Mosca, Bart Gorman, è stato espulso dalla Russia.
Chi continua a lanciare accuse nei confronti del Cramlino sono invece due Paesi in particolare: gli Stati Uniti e la Gran Bretagna. Oggi l’amministrazione Biden ha ribadito che l’annuncio della Russia sul ritiro delle truppe in Ucraina è falso: ieri un funzionario, rispondendo alle domande dei giornalisti, ha dichiarato che nonostante il governo russo abbia detto che stava ritirando le truppe dal confine con l’Ucraina, non si vedono segnali di de-esclation da Mosca. Ha inoltre aggiunto di avere la conferma che negli ultimi giorni la Russia ha aumentato la propria presenza sul confine ucraino con 7mila soldati. Ma le dichiarazioni più pesanti sono arrivate prima dal presidente in persona, secondo cui “il rischio di un attacco russo in Ucraina è molto elevato e potrebbe avvenire nei prossimi giorni”, aggiungendo che la Russia sta preparando un’operazione sotto “falsa bandiera”, e successivamente per bocca del suo segretario di Stato Blinken. Il capo della diplomazia Usa, dopo aver premesso che l’obiettivo “non è iniziare una guerra, ma evitarla”, si è lanciato in un attacco senza filtri nei confronti della Federazione russa affermando che “potrebbe inventare attacchi terroristici, inscenare attacchi con droni contro i civili, un attacco con armi chimiche, rivelare false fosse comuni. Potrebbe teatralmente convocare riunioni di emergenza per rispondere a operazioni sotto falsa bandiera e poi cominciare l’attacco. Gli obiettivi sono già stati identificati e mappati. Questo è un momento di pericolo per la vita e la sicurezza di milioni di persone, così come per la fondazione della Carta delle Nazioni Unite e dell’ordine internazionale basato su regole che preserva la stabilità in tutto il mondo. Questo è l’esatto momento di crisi che l’Onu e il Consiglio di Sicurezza sono stati creati per prevenire”.
Oggi era anche il giorno dell’incontro tra il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, col suo omologo, Serghei Lavrov, nel quale il capo della Farnesina ha ravvisato da parte russa “disponibilità a risolvere la crisi seguendo la via diplomatica”, la stessa che gli è stata riferita “martedì a Kiev dal ministro Kuleba“. E ha proseguito: “Lavorare tutti insieme per una soluzione diplomatica significa evitare ogni tipo di sanzioni“. E proprio su quest’ultimo tema Lavrov ha precisato che “le sanzioni non possono essere varate se almeno un Paese sarà contrario. Non credo che l’Italia sia interessata a fomentare la tensione”, anzi “noi vediamo che segue la tradizione della sua diplomazia” che è quella di “non minacciare in continuazione, non promettere punizioni, ma cercare soluzioni”. Ma ha precisato, come già affermato nei giorni scorsi da Putin, che “è importante non togliere dal pacchetto alcune cose, tra cui il non allargamento a est della Nato e il non dispiegamento a est”. Dichiarazioni alle quali risponde a distanza il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky: l’adesione alla Nato è una “garanzia di sicurezza” sulla quale l’Ucraina non è disposta a compromess, ha detto alla Bbc. “Non è questione di ambizione. Abbiamo perso 15mila persone. Non è un’ambizione, è la nostra vita, riguarda il futuro delle persone. Se parliamo di Nato, Ue, dei territori temporaneamente occupati, stiamo parlando della nostra indipendenza. Questo è quello che vogliamo e faremo per il nostro futuro”, ha aggiunto prima di annunciare che “oggi invieremo la lettera di risposta agli Usa, sarà resa pubblica perché crediamo indispensabile che le persone possano avere un’idea precisa di ciò che sta accadendo”. L’Italia, ha continuato Di Maio, incoraggia “tutte le parti” ad attuare gli Accordi di Minsk, sia per gli aspetti di sicurezza sia nelle clausole politiche. “Vogliamo sostenere i negoziati in corso sia nel Formato Normandia, che nel formato Nato-Russia, che in quello Usa-Russia”, ha aggiunto.
Mondo
Ucraina, gli Stati Uniti attaccano di nuovo la Russia. Blinken: “Sono pronti a inscenare falsi attacchi chimici per invadere”
I separatisti fedeli a Mosca hanno accusato la controparte di aver sparato colpi di mortaio verso le loro postazioni. Scontri nell'area sono stati registrati anche dall'Osce. Di Maio vede Lavrov: "Usare la diplomazia per evitare sanzioni". Il presidente bielorusso, Aleksandr Lukashenko, minaccia l'Occidente: "Siamo pronti ad ospitare le armi nucleari russe"
Della de-escalation annunciata da Vladimir Putin non si hanno già più tracce. Se il Cremlino ha annunciato il ritiro di una parte dei propri militari dal confine con l’Ucraina, venendo smentito dalla controparte, sul fronte con le repubbliche separatiste filo-russe i bombardamenti sono iniziati da settimane e oggi hanno colpito un asilo vicino a Lugansk e un liceo nel villaggio di Vubrivka. I ribelli denunciano azioni militari da parte di Kiev, che smentisce. Ma la guerra tra Russia e Occidente, in particolar modo Stati uniti e Gran Bretagna, continua anche sul fronte mediatico e diplomatico, con il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, che arriva a ipotizzare, senza però fornire alcuna prova, che “la Russia potrebbe inventare attacchi terroristici, inscenare attacchi con droni contro i civili, un attacco con armi chimiche, rivelare false fosse comuni per cominciare l’attacco”.
I BOMBARDAMENTI A EST – Il fronte più caldo, al momento, è quello nelle repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk, teatro del conflitto del 2014 nel quale persero la vita 14mila persone. L’Osce ha denunciato che in mattinata si sono verificati “episodi di bombardamenti multipli lungo la linea di contatto nell’Ucraina orientale”. I separatisti appoggiati da Mosca attivi nella regione hanno accusato l’Ucraina di avere aperto il fuoco quattro volte nelle ultime 24 ore. Versione però smentita da Kiev: “Nonostante il fatto che le nostre posizioni siano state colpite con armi proibite, inclusa l’artiglieria da 122 millimetri, le truppe ucraine non hanno aperto il fuoco in risposta”, ha affermato un addetto stampa dell’Operazione Join Forces ucraina alla Reuters. E aggiungono: “Le forze separatiste hanno sparato colpi di mortaio contro un villaggio nella regione di Lugansk colpendo un asilo“.
L’ALTRO FRONTE – Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, da parte sua, ha dichiarato che “leggiamo e vediamo i rapporti dal confine. Naturalmente, il nostro esercito ha più informazioni, considerando i dati provenienti da fonti speciali. Ma è ovvio anche senza tali informazioni che le tensioni stanno aumentando. Negli ultimi giorni abbiamo sentito che la Russia avrebbe conservato un enorme potenziale offensivo al confine. Ma è del nostro territorio che stiamo parlando. Nel frattempo, nessuno, nessun rappresentante occidentale ha menzionato l’enorme potenziale offensivo dell’esercito ucraino che esiste sulla linea di contatto”.
La Cnn ha mandato in onda alcune immagini satellitari delle aree di confine tra Bielorussia e Ucraina: secondo l’emittente americana è in corso la costruzione di nuove strade e di un ponte lungo il fiume Pripyat che bagna entrambe le nazioni e si trova a meno di 7 chilometri dalla frontiera ucraina. Fonti della televisione statunitense hanno definito il ponte funzionale a un potenziamento delle forze militari russe nel caso in cui si verifichi un’invasione. La costruzione del ponte è monitorata dall’intelligence e dai militari occidentali, ma non è ancora chiaro se a costruirlo siano le forze russe o i loro alleati bielorussi. La Guardia Nazionale ucraina ha esortato i cittadini a tenere i nervi saldi con un messaggio su Twitter: “Mantenete la calma e abbiate fiducia nella Guardia Nazionale”. Nel mentre, l’esercito russo ha affermato che dieci convogli militari con “grandi carichi, pesanti e pericolosi” hanno lasciato la Crimea. Lo ha riferito l’agenzia di stampa russa Interfax, secondo cui i convogli avevano terminato le esercitazioni di addestramento.
In totale, si stima che ci siano oltre 150mila soldati russi schierati a nord, ad est e a sud dell’Ucraina: “Continuiamo a ricevere indicazioni che la Russia potrebbe trovare un falso pretesto in qualsiasi momento per giustificare un’invasione. Ogni indicazione che abbiamo ora è che intendono accettare solo pubblicamente di parlare e fare affermazioni sulla de-escalation, mentre in realtà si mobilitano privatamente per la guerra”. Le autorità militari russe annunciano però che nuove unità del Distretto militare occidentale si stanno ritirando da un’area vicino al confine con l’Ucraina e che percorreranno una distanza di circa un migliaio di chilometri, sebbene non abbiano specificato quale sia la loro destinazione.
Anche venti navi da guerra, secondo le autorità russe, hanno lasciato il porto di Makhachkala e iniziato le manovre nel Mar Caspio: “L’equipaggio delle navi della Flottiglia del Caspio dovrà svolgere mirati compiti di addestramento al combattimento in condizioni ambientali difficili e agire in base a varie indicazioni provenienti dal posto di comando della flotta”.
LO SCONTRO DIPLOMATICO E MEDIATICO – Ad alzare ulteriormente la tensione arriva anche il presidente bielorusso, Aleksandr Lukashenko, stretto alleato di Putin che si è detto pronto a ospitare “armi nucleari” in caso di minaccia occidentale. Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha invece dichiarato che “per il momento episodi di de-escalation sul terreno non si sono visti”, annunciando poi un suo imminente viaggio a Mosca con l’obiettivo di “far sedere allo stesso tavolo Putin e Zelensky”. Intanto, però, il viceambasciatore degli Stati Uniti a Mosca, Bart Gorman, è stato espulso dalla Russia.
Chi continua a lanciare accuse nei confronti del Cramlino sono invece due Paesi in particolare: gli Stati Uniti e la Gran Bretagna. Oggi l’amministrazione Biden ha ribadito che l’annuncio della Russia sul ritiro delle truppe in Ucraina è falso: ieri un funzionario, rispondendo alle domande dei giornalisti, ha dichiarato che nonostante il governo russo abbia detto che stava ritirando le truppe dal confine con l’Ucraina, non si vedono segnali di de-esclation da Mosca. Ha inoltre aggiunto di avere la conferma che negli ultimi giorni la Russia ha aumentato la propria presenza sul confine ucraino con 7mila soldati. Ma le dichiarazioni più pesanti sono arrivate prima dal presidente in persona, secondo cui “il rischio di un attacco russo in Ucraina è molto elevato e potrebbe avvenire nei prossimi giorni”, aggiungendo che la Russia sta preparando un’operazione sotto “falsa bandiera”, e successivamente per bocca del suo segretario di Stato Blinken. Il capo della diplomazia Usa, dopo aver premesso che l’obiettivo “non è iniziare una guerra, ma evitarla”, si è lanciato in un attacco senza filtri nei confronti della Federazione russa affermando che “potrebbe inventare attacchi terroristici, inscenare attacchi con droni contro i civili, un attacco con armi chimiche, rivelare false fosse comuni. Potrebbe teatralmente convocare riunioni di emergenza per rispondere a operazioni sotto falsa bandiera e poi cominciare l’attacco. Gli obiettivi sono già stati identificati e mappati. Questo è un momento di pericolo per la vita e la sicurezza di milioni di persone, così come per la fondazione della Carta delle Nazioni Unite e dell’ordine internazionale basato su regole che preserva la stabilità in tutto il mondo. Questo è l’esatto momento di crisi che l’Onu e il Consiglio di Sicurezza sono stati creati per prevenire”.
Oggi era anche il giorno dell’incontro tra il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, col suo omologo, Serghei Lavrov, nel quale il capo della Farnesina ha ravvisato da parte russa “disponibilità a risolvere la crisi seguendo la via diplomatica”, la stessa che gli è stata riferita “martedì a Kiev dal ministro Kuleba“. E ha proseguito: “Lavorare tutti insieme per una soluzione diplomatica significa evitare ogni tipo di sanzioni“. E proprio su quest’ultimo tema Lavrov ha precisato che “le sanzioni non possono essere varate se almeno un Paese sarà contrario. Non credo che l’Italia sia interessata a fomentare la tensione”, anzi “noi vediamo che segue la tradizione della sua diplomazia” che è quella di “non minacciare in continuazione, non promettere punizioni, ma cercare soluzioni”. Ma ha precisato, come già affermato nei giorni scorsi da Putin, che “è importante non togliere dal pacchetto alcune cose, tra cui il non allargamento a est della Nato e il non dispiegamento a est”. Dichiarazioni alle quali risponde a distanza il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky: l’adesione alla Nato è una “garanzia di sicurezza” sulla quale l’Ucraina non è disposta a compromess, ha detto alla Bbc. “Non è questione di ambizione. Abbiamo perso 15mila persone. Non è un’ambizione, è la nostra vita, riguarda il futuro delle persone. Se parliamo di Nato, Ue, dei territori temporaneamente occupati, stiamo parlando della nostra indipendenza. Questo è quello che vogliamo e faremo per il nostro futuro”, ha aggiunto prima di annunciare che “oggi invieremo la lettera di risposta agli Usa, sarà resa pubblica perché crediamo indispensabile che le persone possano avere un’idea precisa di ciò che sta accadendo”. L’Italia, ha continuato Di Maio, incoraggia “tutte le parti” ad attuare gli Accordi di Minsk, sia per gli aspetti di sicurezza sia nelle clausole politiche. “Vogliamo sostenere i negoziati in corso sia nel Formato Normandia, che nel formato Nato-Russia, che in quello Usa-Russia”, ha aggiunto.
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Palermo, 15 feb. (Adnkronos) - L’Uosd di Emodinamica dell’Ospedale di Taormina (Messina) ha recentemente effettuato con successo interventi di denervazione renale, una tecnica innovativa per il trattamento dell’ipertensione arteriosa refrattaria, ovvero quella forma di ipertensione che non risponde adeguatamente alla terapia farmacologica convenzionale. "L’intervento di denervazione renale si configura come una soluzione efficace per i pazienti selezionati, contribuendo a un migliore controllo della pressione arteriosa e, di conseguenza, a una riduzione del rischio cardiovascolare a lungo termine. L’intervento mira a bloccare la comunicazione degli impulsi nervosi diretti ai reni e viceversa, disattivando le fibre nervose renali del sistema simpatico- si legge in una nota - La procedura, che viene effettuata in sedazione profonda e dura all'incirca un'ora, prevede l'impiego di un dispositivo medico che fornisce energia a radiofrequenza a bassa intensità. Dunque, quando le modifiche nelle abitudini alimentari e i trattamenti farmacologici non producono i risultati desiderati, si può passare alla denervazione delle fibre nervose". Giuseppe Cinnirella responsabile della Uosd di Emodinamica di Taormina e la sua equipe composta dai medici Paolo D’Arrigo, Gessica Motta, Gianfranco Capilli e Graziano Trovato, "ringraziano la Direzione Strategica dell’Asp di Messina, il cui supporto costante verso l’innovazione ha reso possibile l’implementazione di tecniche all’avanguardia, migliorando il percorso di cura per i pazienti affetti da ipertensione resistente". Ulteriori ringraziamenti anche al primario di Anestesia e Rianimazione, Giacomo Filoni, per l’eccellente assistenza anestesiologica fornita durante le procedure.
Palermo, 15 feb. (Adnkronos) - "A pagare il prezzo sempre più alto di una crisi atavica sono migliaia di produttori e le aziende agricole. Se c’è una crisi nell’automotive - il governo Melon. Se si tratta di produzione ortofrutticola e agrumaria nessuno se ne accorge o finge di non accorgersene". Così Pippo Gennuso, responsabile del Dipartimento Agricoltura di Forza Italia in provincia di Siracusa. “Arance, limoni e clementine spesso non vengono raccolte perché il costo del lavoro è troppo alto rispetto anche ad alcuni Paese Europei come la Spagna. Per non parlare della concorrenza sleale del Marocco e della Tunisia, per quanto riguarda l’olio”. “Se possiamo vantare le eccellenze nel mondo, è solo il frutto di tantissimo sacrificio e dedizione da parte dei nostri contadini e aziende produttrici”.
Gennuso lamenta anche "la mancanza di adeguati controlli della filiera". “La tutela dei nostri prodotti passa anche attraverso severi controlli, ma spesso non ci sono o lasciano a desiderare. Il mondo dell’Agricoltura siciliano chiede risposte urgenti e concrete e di avviare nel più breve tempo possibile le compensazione la ‘Carbon Credit’.
Palermo, 15 feb. (Adnkronos) - La Protezione Civile Regionale siciliana ha diffuso un avviso per il rischio meteo-idrogeologico ed idraulico, valido fino alle 24 di oggi. Per il territorio palermitano, è prevista allerta gialla.
Palermo, 14 feb. (Adnkronos) - Il sindaco di Favignana Francesco Forgione è stato sfiduciato dal consiglio comunale. È stata approvata, infatti, la mozione di sfiducia firmata da otto consiglieri. Forgione, al termine del suo intervento, ha abbandonato l'aula. Adesso si attende la nomina di un commissario per la reggenza del comune dell'isola.
Palermo, 14 feb. (Adnkronos) - "La prevenzione cardiovascolare ed i principi del primo soccorso sono stati al centro di un evento formativo, teorico e pratico, organizzato dall'Arnas Civico Di Cristina Benfratelli di Palermo, in adesione alla 19ª edizione della campagna nazionale "Cardiologie Aperte", promossa dalla Fondazione per il Tuo cuore - Hcf e dell'Anmco (Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri), in corso fino al 16 febbraio, che ogni anno coinvolge le strutture di Cardiologia presenti sul territorio nazionale. L'iniziativa - svoltasi questa mattina presso l'Aula multimediale "Barbera" dell'azienda palermitana - è stata coordinata da Ignazio Maria Smecca, direttore dell'Uoc (Unità Operativa Complessa) Cardiologia con Utic (Unità Terapia Intensiva Cardiologica) dell'Arnas di Palermo e ha coinvolto gli studenti delle quinte classi del Liceo Scientifico Statale "S. Cannizzaro". Il corso ha diffuso ai ragazzi nozioni teoriche sui fattori di rischio cardiovascolare ed in particolare ha focalizzato la loro attenzione su quelli modificabili; ovvero che rendono possibile evitare l'insorgenza di queste malattie, e/o arginarne l'incidenza sulla popolazione. La ratio di fondo, che ha caratterizzato i setting pratici del corso, risponde alla volontà di realizzare una formazione interattiva con gli studenti, quale chiave di volta per un e-learning efficace.
"Abbiamo scelto - spiega Walter Messina direttore generale del Civico Di Cristina Benfratelli di Palermo - un approccio didattico inspirato all'esigenza di trasformare il tradizionale modello di apprendimento passivo in un'esperienza coinvolgente e partecipata, nel solco di una metodica di formazione aziendale innovativa, già abbracciata dall'Arnas, e tipica di un'organizzazione moderna, in un contesto che ambisce ad essere sempre più dinamico e competitivo. Pertanto, una formazione volta a declinare strumenti e linguaggi di divulgazione dei messaggi in grado di massimizzare la risposta psicologica cognitiva dei ragazzi, durante il processo di acquisizione di nuove conoscenze, abilità, valori, rispetto alle informazioni ricevute, affinché essi possano divenire oltre che protagonisti della costruzione della loro Salute, anche a loro volta messaggeri della cultura della prevenzione e sensibilizzare in tal senso anche i loro nuclei famigliari e la società". Le tecniche di rianimazione cardiopolmonare sono state illustrate mediante la "simulazione" di scenari a carattere emergenziale con l'ausilio di manichini che hanno permesso agli studenti esercitazioni pratiche e la verifica empirica di quanto appreso.
I cardiologi sono soliti affermare "Il tempo è muscolo". A tal proposito Flavia Dispensa, cardiologo intensivista dell'Arnas Civico e responsabile dell'organizzazione scientifica dell'evento, sottolinea: "La sopravvivenza dei soggetti che presentano un arresto cardiaco dipende dalla rapidità degli interventi di soccorso. La tempestività del massaggio cardiaco e, ancora, la disponibilità dei defibrillatori semiautomatici sono elementi che possono migliorare significativamente la probabilità che un soggetto sopravviva in questi casi, limitando peraltro i danni neurologici gravi. Le cronache dimostrano sempre più spesso, però, che occorre insistere sulla formazione della popolazione, perché purtroppo anche in presenza di questi strategici strumenti, spesso la carenza di conoscenze circa il loro appropriato utilizzo, riduce la portata della loro efficacia, anche laddove si registra una certa diffusione degli stessi sul territorio".
"Dobbiamo far capire ai giovani che la modifica di comportamenti poco salutari, oggi magari trascurata, con l'avanzare dell'età potrà causare loro gravi problematiche di Salute - aggiunge Domenico Cipolla, direttore sanitario dell'Arnas Civico Di Cristina Benfratelli di Palermo". Cipolla - che da sempre riserva ai giovani un'attenzione particolare, a fronte anche della sua specifica specializzazione clinica in Pediatria, evidenzia ancora come "la prevenzione possa anche rappresentare un ponte per accostare due mondi generazionali ed è, altresì, l'occasione per creare ulteriore value intorno al Servizio Sanitario Nazionale e contribuire, a partire dai giovani, allo sviluppo di quel senso civico, necessario a sostenere quella che ad oggi è la più alta garanzia a presidio del diritto universale alla Salute sussistente nella nostra Democrazia". "Temi impegnativi - rileva Cipolla - ma che se illustrati con approcci chiari e semplici, possono stimolare il senso di responsabilità al rispetto della propria vita e di quella altrui e facilitare la diffusione di modelli sociali inclusivi in modo da lasciare presagire, grazie alla sensibilità di risposta delle giovani generazioni, un innalzamento dell'attenzione solidaristica al benessere collettivo, abbassando anche la tendenza a comportamenti autodistruttivi, come ad esempio, l'abitudine al consumo eccessivo di alcool, fumo e la tendenza alla cattiva alimentazione".
Palermo, 14 feb. (Adnkronos) - Adesione massiccia in tutti i luoghi di lavoro oggi per lo sciopero di 8 ore proclamato in tutte le aziende metalmeccaniche di Palermo e provincia da Fiom, Fim e Uilm per la ripresa delle trattative per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro. Le aziende che hanno preso parte allo sciopero sono molteplici e l’adesione è stata alta in tutti i siti, a partire da Fincantieri, Sirti, Leonardo, Engineering, Sispi, St Microelectronics, Siram, Sei Energia, Polygon e tanti altri.
“Continueremo la battaglia affinché non ci sia la riapertura delle trattative per il rinnovo del contratto di lavoro - dichiarano i segretari generali di Fiom Cgil Palermo Sicilia Francesco Foti e di Fim Cisl Palermo Trapani Antonio Nobile e il segretario provinciale Uilm Uil Palermo Giovanni Gerbino - Oggi anche a Palermo si sono svolte le iniziative di sciopero, articolate in giornate differenti in tutti il territorio nazionale per rispondere a Federmeccanica, finora indisponibile a riaprire la trattativa. Per noi è necessario ripartire dalla piattaforma votata dalle lavoratrici e dai lavoratori metalmeccanici di Fim, Fiom, Uilm. E contestualmente, proseguirà il blocco dello straordinario e della flessibilità, che va avanti da mesi e che sarà gestito in modo ancora più rigoroso e diffuso”.
Palermo, 14 feb. (Adnkronos) - Sul lungomare Cristoforo Colombo di Carini si torna a demolire gli immobili abusivi. Le ruspe sono tornate in azione per abbattere tre immobili, due prefabbricati, realizzati su piattaforme in cemento armato, e un immobile in cemento armato. Alle tre costruzioni, che si trovano al civico 279, accanto all’ex albergo Riva Smeralda, che oggi è un residence, si accede da un cancello posto su strada. Un altro cancello delimita l’insediamento lato mare e consente l’accesso alla spiaggia.
L’intervento di demolizione è l’ultimo di un gruppo di sei demolizioni lungo la fascia costiera ed è stato finanziato con decreti del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Come fanno sapere del Comune.