I numeri degli spettatori, e degli incassi, sia negli ultimi mesi, che nel totale degli ultimi due anni (lockdown e poi green pass) sono impietosi. L’ultimo singulto? A metà dicembre l’uscita di Spider Man: no way home, poi lo sprofondo
“Subito date certe su quando e come togliere le restrizioni anti Covid nei cinema: a rischio è la nostra sopravvivenza”. L’allarme di Mario Lorini, presidente ANEC (Associazione Nazionale degli Esercenti Cinematografici), non ammette appelli. Negli ultimi tre mesi, quelli pressappoco dell’introduzione del Super Green Pass in Italia e dell’aumento dei contagi dovuti a Omicron, al cinema non ci va più nessuno. L’effetto “ripartenza”, promosso in più occasioni dal presidente del consiglio, Mario Draghi, di certo non ha sfiorato le sale cinematografiche italiane. I numeri degli spettatori, e degli incassi, sia negli ultimi mesi, che nel totale degli ultimi due anni (lockdown e poi green pass) sono impietosi.
L’ultimo singulto? A metà dicembre l’uscita di Spider Man: no way home, poi lo sprofondo. “Nonostante la pronta ripartenza non siamo riusciti a evitare oltremodo la diffidenza e la paura dei cittadini per i cinema”, spiega Lorini durante un’affollata conferenza stampa con presenti anche rappresentanti di ACEC, FICE, di associazioni di categoria di attori e produttori. “Mentre il mondo, l’Europa, torna alla normalità noi continuiamo a seguire norme non più sopportabili. Va benissimo che dal 10 marzo si possa tornare a bere bevande e mangiare snack al cinema, ma se siamo imprese necessarie per il bene paese, e se proprio negli altri paesi annunciano l’allentamento delle misure chiediamo al ministro Franceschini e al presidente Draghi una road map puntuale per togliere le ulteriori restrizioni. Il pubblico ha bisogno di date certe”. Non che il prodotto film nel bel mezzo di una trasformazione epocale della sua fruizione – piattaforme streaming; abitudine all’isolamento casalingo causa prima lockdown e poi paura del Covid volenti o nolenti; mancanza di regolamentazione che tutelino finestre precise per la messa in onda post visione in sala – ma il problema urgente, preciso, immediato è proprio la sopravvivenza di un’intera storica industria.
Con un 2019 che era stato altamente positivo negli incassi, in Italia fino a due anni fa erano in funzione circa 1250 schermi, di cui un migliaio tra monosale o sale con due tre schermi, ma oggi dopo tra pandemia e il resto “stanno mancando all’appello qualcosa come 500 sale: e la sparizione di un 30% delle quote di mercato determinerebbe nei mesi a venire un crollo totale del mercato”. Insomma, o le sale tornano alla “normalità” oppure sani e meno sani, arriveranno davanti alle vecchi cinema dove si vedevano i film e troveranno chiuso. “Non entro nel tema dell’efficacia dell’utilizzo del Super Green Pass nei cinema (dal 6 dicembre, mentre dal 6 agosto bastava il Green Pass base ndr), ma ad esempio come esercenti dobbiamo continuare a fare un tracciamento del pubblico, ad esempio, che in altri contesti lavorativi non è più necessario – conclude Lorini – a fronte allora del fatto che Francia e Svizzera a inizio marzo toglieranno perfino le mascherine al chiuso, in Italia che faremo? Dal governo vogliamo un calendario preciso su come si modificheranno le restrizioni. Altrimenti rischiamo davvero la nostra sopravvivenza”.