“Avete visto che bravi ministri? È un bellissimo governo“. Così Mario Draghi dà il via alle domande nella conferenza stampa di presentazione dei provvedimenti su caro-bollette e superbonus, dopo gli interventi di Daniele Franco, Roberto Cingolani e Giancarlo Giorgetti. A chi gli fa notare che però dentro il “bellissimo governo” gli scontri politici sono ormai all’ordine del giorno, e chiede se ci sarà un incontro chiarificatore con i leader della maggioranza, il presidente del Consiglio risponde: “Sì, certamente, ma li vedo regolarmente, non devo fare uno sforzo particolare per vederli ora. C’è un lavoro continuo. Certo, c’è diversità di opinioni, ma la delega fiscale è stata approvata all’unanimità in Consiglio dei ministri ed è difficile cambiarla adesso“. A proposito della “strigliata” ai capidelegazione sui voti “ribelli” sul decreto Milleproroghe, Draghi dice: “Quello che ho fatto è semplicemente ricordare qual è il mandato del governo, voluto dal presidente della Repubblica per affrontare certe emergenze e conseguire certi risultati e io sono certo, sicuro, che li conseguiremo. Quello che ho detto l’ho detto con il massimo rispetto. Il governo e io abbiamo sempre offerto la massima disponibilità. Possiamo rivedere le modalità di confronto, ma teniamo dritta la barra del timone”. Ci sarà un cambio di metodo? “Su questo”, risponde, “bisogna chiedere anche all’altra parte“, cioè ai partiti. “Certamente intensificheremo i confronti nei prossimi giorni, confrontarsi è molto importante e su questo non c’è mai stato alcun dubbio da parte mia. Tutto quello che serve per arrivare all’approvazione dei provvedimenti necessari, il governo e io lo faremo”.
Il premier ha risposto anche a più domande sulla crisi russo-ucraina e su eventuali sanzioni alla Russia da parte dei Paesi occidentali: “Il segnale più importante che è stato dato finora dall’Italia e dagli altri Paesi della Nato è l’unità. Accanto a questo, occorre in ogni caso mantenere una posizione ferma nei confronti di eventuali attacchi all’Ucraina. Occorre tenere aperte tutte le possibilità di dialogo, in qualunque formato possibile. L’ambizione è quella di portare Putin e Zelensky (i presidenti russo e ucraino, ndr) allo stesso tavolo“. La dipendenza dal gas russo influirà sul nostro atteggiamento? “L’Italia è pienamente allineata alla posizione degli altri Paesi. Noi però stiamo discutendo insieme all’Unione europea le sanzioni, e in questo senso abbiamo fatto presente il nostro punto di vista: le sanzioni devono essere concentrate su settori ristretti che non comprendano l’energia, devono essere proporzionate al tipo di attacco e non devono essere preventive. Questo l’ho ripetuto nella riunione del Consiglio europeo di ieri”. Alla domanda se il nostro Paese potrebbe arrivare a mettere un veto, risponde: “Il punto di vista dell’Italia è tenuto pienamente in conto all’interno dei dibattiti in corso nell’Unione europea. Tutte quelle sanzioni che impattano, anche indirettamente, sul mercato energetico, impattano di più sull’Italia, che usa solo il gas e non usa né nucleare nè carbone. Stiamo però studiando meccanismi per far sì che l’Italia possa essere approvvigionata di gas da altre fonti“.