Le fiamme si sono sviluppate a bordo all’altezza dell’isola di Corfù, nel garage del traghetto, probabilmente da un camion. Rispetto a quanto spiegato nelle prime ore successive all'incendio non tutti i passeggeri e i membri dell'equipaggio - 288 in tutto - sono stati tratti in salvo. Le autorità di Corfù: "Abbiamo contato e identificato 277 persone". Grimaldi a Ilfattoquotidiano.it: "Non risultano italiani tra i dispersi"
Il traghetto Euroferry Olympia della compagnia Grimaldi Lines è andato a fuoco vicino all’isola di Erikoussa, a nord di Corfù mentre era in navigazione da Igoumenitsa e Brindisi. Rispetto a quanto spiegato nelle prime ore successive all’incendio, sviluppatosi attorno alle 4.30, non tutti i passeggeri e i 51 membri dell’equipaggio – 288 in tutto – sono stati tratti in salvo. Le autorità del porto di Corfù hanno riferito di aver contato e identificato 277 persone salvate, uno dei quali non era nella lista ufficiale degli imbarcati. E l’emittente greca Skai sulla base delle dichiarazioni del ministro della Navigazione ellenico Yiannis Plakiotakis ha fatto sapere che sono 12 i dispersi. Tra loro “ci sono 3 greci, con le cui famiglie siamo in costante contatto”. Diversi i conteggi della stessa compagnia, che parlava di 14 dispersi, di cui 5 persone rintracciate a bordo e il cui tentativo di salvataggio è in corso. Ilfattoquotidiano.it ha avuto conferma da Grimaldi che, diversamente da quanto spiegato alle agenzie di stampa, non ci sono italiani tra i dispersi. “Nel controllo da parte delle autorità elleniche, per errore, erano state inserite tre persone di nazionalità italiana – ha chiarito il gruppo – I dispersi sono di nazionalità bulgara, greca e turca”.
Le fiamme nel garage e il caso Norman Atlantic – Le fiamme si sono sviluppato nel garage 3 del traghetto, probabilmente da un camion: “È difficile ora capire l’esatta dinamica”, ha spiegato Paul Kyprianou, relazioni esterne per Grimaldi, intervistato da RaiNews24. A bordo dell’Olympia, lungo 183 metri, capace di trasportare 560 passeggeri e varato nel 1995, ci sono 153 mezzi commerciali (tra camion e semirimorchi), nonché 32 veicoli al seguito dei passeggeri. Nella stessa zona, otto anni fa, un altro traghetto, il Norman Atlantic affittato dalla Visemar ad Anek Lines, andò a fuoco la notte del 28 dicembre provocando oltre 30 morti. In quel caso, come accertato nell’ambito dell’incidente probatorio durante il processo che ne è scaturito e ancora in fase dibattimentale, le fiamme si erano sviluppate sempre all’interno di un garage ed ebbero origine da un camion carico di pesce. La cella refrigerante non era collegata alle spine elettriche del traghetto, ma veniva alimentata con il motore diesel. Una pratica vietata dai codici di navigazione, ma come dimostrano alcune mail scambiate tra il comandante e l’armatore si trattava di una pratica spesso utilizzata a bordo.
L’intervento della Guardia di finanza – Nelle prossime settimane si capirà cosa è invece accaduto all’interno dell’Olympia, il cui comandante ha subito lanciato l’ordine di evacuazione. Nel momento in cui le fiamme sono diventate ingovernabili, il traghetto si trovava a circa 9 miglia dalla costa, in piena area Sar (ricerca e soccorso) greca. Subito si è attivata la macchina dei soccorsi: la prima a giungere sul posto è stata la Guardia costiera ellenica con cinque imbarcazioni, che si è messa in contatto con il Comando generale delle capitanerie di porto di Roma, per coordinare le operazioni. Cruciale l’intervento del pattugliatore Monte Sperone della Guardia di Finanza, che si trovava in zona per un altro intervento. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si è congratulato con i finanzieri per l’operazione di salvataggio. Nella zona sono arrivati poi anche tre elicotteri e una nave militare greca.
La versione di Grimaldi – La compagnia di navigazione italiana ha assicurato in una nota che “non risultano sversamenti di combustibile a mare, né sembrerebbe compromessa la stabilità della nave”. Quindi ha ricostruito quanto accaduto: “Alle ore 4.12 (ora locale) il comandante della nave ha contattato il quartier generale del Gruppo informando che l’incendio si sarebbe manifestato al garage numero 3 – si legge nella nota – L’equipaggio della nave è subito intervenuto per domare l’incendio con i mezzi di bordo mentre il comandante ed il personale del Gruppo, attraverso l’”emergency response team”, hanno prontamente notificato l’accaduto alle competenti autorità nazionali e greche, e preso tutte le misure necessarie onde gestire nel migliore dei modi l’incidente”. La nave, sottolinea la società armatrice, era stato sottoposta il 16 febbraio a “verifiche da parte delle autorità competenti nell’ambito dei controlli previsti dalla normativa internazionale in materia di sicurezza della navigazione” che avevano dato “esito positivo”.