In molti hanno celebrato l’essere riusciti, grazie a due emendamenti richiesti dal deputato Riccardo Magi che ha fatto sua la levata di scudi del mondo scientifico, dall’Accademia dei Lincei alla biologa e senatrice a vita Elena Cattaneo, al laureato Nobel Giorgio Parisi, a eliminare dal testo della legge 988 il termine “biodinamica”. Grande soddisfazione di tanti, anche per essere riusciti a evitare che “la Gazzetta Ufficiale diventasse una pubblicazione a tratti fantasy”, perché di immaginazione ce ne vuole molta per accettare corni, e magie della biodinamica.

Anche noi, nel nostro piccolo, ci siamo agitati e indignati. Vedi il blog, molto commentato, del 25 maggio 2021.

Dovremmo essere tranquilli, eppure non lo sono per nulla. Anzi.

Sono preoccupato, perché non è vero che dal testo del disegno di legge 998, inviato all’esame della Camera, sia scomparso il termine “biodinamica”. Non è vero.

Utilizzando uno dei motori di ricerca, digitando “legge 988”, senza fatica alcuna, si trova il sito del Senato della Repubblica per accedere al testo e alla storia del disegno di legge n. 988 della diciottesima legislatura. La lettura dell’ultima versione dell’articolato del disegno di legge 988-B svela che il biodinamico è scomparso solo dall’articolo 1. Si continua a parlarne. Vedi Articolo 5, Tavolo tecnico per la produzione biologica, Punto 3 dove si legge che è costituito da oltre 30 rappresentanti, di cui “uno delle associazioni maggiormente rappresentative nell’ambito della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biodinamico”.

Premesso che con l’italiano ho sempre dei problemi, nella frase virgolettata il metodo biodinamico fa riferimento alla sola acquacoltura? Se la risposta è affermativa qualcuno, per favore, può essere così cortese da spiegare cosa sia? Usando i motori di ricerca di cui sopra, sull’acquacoltura biodinamica non si trova nulla. Zero. Se ne deduce allora che il citato metodo biodinamico riguarda la produzione agricola e agroalimentare e dell’acquacoltura. Giusto? Non si era detto che la biodinamica, non importa in quale versione, non sarebbe più stata menzionata?

Dimenticavo: oltre trenta persone non costituiscono un tavolo tecnico, ma un carrozzone. Di lunga durata visto che “i componenti del Tavolo tecnico restano in carica tre anni e possono essere riconfermati”.

L’articolo 8, Piano nazionale delle sementi biologiche, punto 1, dal canto suo recita: “Il Ministro, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, […] adotta con decreto un piano nazionale per le sementi biologiche finalizzato ad aumentare la disponibilità delle sementi stesse per le aziende e a migliorarne l’aspetto quantitativo e qualitativo con riferimento a varietà adatte all’agricoltura biologica e biodinamica”.

Ma non si era detto che di agricoltura biodinamica non si sarebbe più parlato?

Dunque, non ci siamo liberati del cornoletame e della cornosilice. Dovremo andare a studiare quale sia la giusta profondità a cui seppellire un cranio di animale, oppure una vescica urinaria di cervo maschio. Per non parlare dell’intestino tenue di animale domestico riempito di camomilla. Naturalmente dopo avere consultato luna, stelle, pianeti, fasi varie ed avere mediato nel suolo forze terrestri e cosmiche. Non dimenticatevi poi di catturare, scuoiare e carbonizzare un certo numero di topi vivi, spargendo resti e ceneri lungo i bordi del campo che volete derattizzare, ovviamente quando la congiunzione astrale è favorevole…

Opportuno ribadirlo: non ci sono prove che le pratiche biodinamiche presentino benefici superiori di quelli dell’agricoltura biologica, quella scientifica, senza entità spirituali e contorno di frattaglie varie. Giusto chiedersi perché si continui a insistere su questa baggianata. Risposta facile. Ovviamente per denaro e interessi economici.

Esempio 1. Per fregiarsi dell’etichetta “agricoltura biodinamica” bisogna soddisfare i capitolati della sempre presente agenzia di certificazione. Per esempio, l’austriaca Associazione Demeter, nata come rete commerciale per la vendita di prodotti biodinamici, svolge anche compiti di ente certificatore, chiedendo solo il 2 per cento dei proventi delle aziende che si sono fatte certificare. In Italia ne abbiamo un paio di associazioni simili che godono di ottima salute e di un tariffario completo e trasparente.

Esempio 2. Se il biodinamico fosse equiparato al biologico, avrebbe accesso a cospicui fondi nazionali ed europei. Si consiglia la visita al sito per sapere cosa sia la Farm to Fork Strategy (strategia dalla fattoria alla forchetta) della Commissione Europea che mira ad accelerare la transizione verso un sistema alimentare sostenibile tale da: avere un impatto ambientale neutro o positivo; contribuire a mitigare il cambiamento climatico e ad adattarsi ai suoi impatti; invertire la perdita di biodiversità; garantire la sicurezza alimentare, la nutrizione e la salute pubblica, assicurando che tutti abbiano accesso a cibo sufficiente, sicuro, nutriente e sostenibile; preservare l’accessibilità economica degli alimenti generando nel contempo ritorni economici più equi, promuovendo la competitività del settore dell’approvvigionamento dell’UE e il commercio equo.

Obiettivi del tutto condivisibili, cuore dello European Green Deal (accordo verde europeo), finanziato da un terzo dei 1800 miliardi di euro di investimenti nel NextGeneration EU Recovery Plan, cui si somma la quota parte del budget settennale europeo finanziano. Sono tanti, tanti soldi che scatenano tante, troppe voglie.

Comunque vada a finire, perché la storia della legge 988-B non è finita, anche in questo caso si deve riscontrare la mancanza di fiducia da parte di tanti italiani nei confronti della scienza e della tecnologia. Non che sia una novità. Era il gennaio 1978 quando venne pubblicato, autori Orio Giarini e Henri Loubergè, il libro La Delusione tecnologica. Sottotitolo: “I rendimenti decrescenti e la crisi della crescita economica”. La risposta fu “La Speranza Tecnologica; tecnologie e modelli di sviluppo per una società a misura d’uomo”, a firma G. Balcet, U. Colombo, G. Lanzavecchia e G.B. Zorsoli, pubblicato nel 1980.

Il primo caratterizzato da un approccio pessimista. Il secondo invece ottimista. Capaci di innescare e alimentare, non aspre e sterili polemiche, come quelle attuali, fra sostenitori di religioni diverse, ma un dialogo, fra soggetti con opinioni diverse, aperti al confronto costruttivo.

Vale la pena leggere, con un piccolo investimento, entrambi i saggi citati. Facile trovarli, usati, in rete. Sono solidamente razionali, scientifici, con molta filosofia.

La filosofia. Una delle cose che, in Italia, negli ultimi trenta anni se non completamente evaporate, si sono comunque molto attenuate… Dire a qualcuno che è un filosofo è diventato quasi un insulto perché perde tempo a pensare. Invece, il pensare, – l’ozio greco – serve, è componente essenziale del sapere e del vivere. Peccato sia un’attività così tanto trascurata. Oggi conta la sua negazione: il negozio, il fare senza pensare.

Senza filosofia la rissa è sempre in agguato. In particolare quando si affrontano temi con base scientifica. Per evitare trappole ideologiche serve la filosofia della scienza per cercare di spiegare la natura, l’essenza dei concetti e delle asserzioni scientifiche, i modi in cui essi vengono prodotti; come la scienza spiega, predice e utilizza il naturale; come determinare la validità delle informazioni, la formulazione e l’uso del metodo scientifico, i tipi di ragionamento da usare per arrivare a delle conclusioni; le conseguenze dei modelli scientifici; le implicazioni dei metodi scientifici.

La filosofia è importante, eppure è trascurata, non tenuta in giusto conto. Si insegna nella scuola secondaria, ma non abbastanza, non in tutti gli indirizzi, facendo il grande errore di non considerarla fondamentale per la formazione della prossima generazione di italiani e italiane.

Senza filosofia facile buttare tutto in caciara. Il che è avvenuto e continua ad accadere nella discussione della legge 988 dove le evidenze scientifiche vengono considerate di parte, espressione di una delle tante lobby di potere in azione. Affermare che gli onorevoli hanno ascoltato il parere e le opinioni del mondo scientifico, accogliendo le loro raccomandazioni, è espressione di un pensiero positivo, non realtà.

Basta leggere il fascicolo che: “raccoglie i testi di tutti gli atti parlamentari relativi all’iter in Senato di un disegno di legge. Esso è ottenuto automaticamente a partire dai contenuti pubblicati dai competenti uffici sulla banca dati Progetti di legge sul sito Internet del Senato (https://www.senato.it) e contiene le sole informazioni disponibili alla data di composizione riportata in copertina. In particolare, sono contenute nel fascicolo informazioni riepilogative sull’iter del ddl, i testi stampati del progetto di legge (testo iniziale, eventuale relazione o testo-A, testo approvato), e i resoconti sommari di Commissione e stenografici di Assemblea in cui il disegno di legge è stato trattato, sia nelle sedi di discussione di merito sia in eventuali dibattiti connessi (ad esempio sul calendario dei lavori). Tali resoconti sono riportati in forma integrale, e possono quindi comprendere contenuti ulteriori rispetto all’iter del disegno di legge”.

Lo trovate qui. Non dico di leggerlo tutto, sono 908 pagine. Consiglio di scorrerlo per farsi un’idea di quale e quanto sia il lavoro dietro a una legge. I legislatori meritano comunque rispetto, anche se di scienza non è che capiscano poi tanto.

Continuo a essere infelice, e molto preoccupato

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