Mustafà, il bambino siriano di 6 anni nato senza braccia e senza gambe e diventato famoso per uno scatto che lo ritrae con il padre, è stato sottoposto a un intervento di chirurgia pediatrica per una malformazione congenita abbastanza comune in età infantile, e non riconducibile alle conseguenze della guerra. L’operazione è stata effettuata con successo Siena, all’ospedale Santa Maria alle Scotte, ed è durata circa tre ore. Già domenica 20 febbraio, il piccolo sarà dimesso per far ritorno dalla sua famiglia, il padre Munzir, la madre Zeynep e le due sorelline, tutti ospitati nel centro Caritas di Arbia, alle porte di Siena.
Dopo il loro arrivo nella città toscana, il 21 gennaio, Mustafà e la sua famiglia hanno effettuato visite e accertamenti presso l’ospedale, subito al termine della loro quarantena, nel Dipartimento della donna e dei bambini. A seguito di questi esami, il piccolo è stato ricoverato in pediatria e si è reso necessario l’intervento di chirurgia pediatrica con tecnica videolaporoscopica. “Mustafà è in buone condizioni di salute e sarà dimesso nei prossimi giorni per recarsi poi al centro specialistico di Budrio (Bologna) per la valutazione dei successivi step del suo percorso di cura“, ha spiegato Mario Messina, direttore Uoc Chirurgia pediatrica dell’Aou senese. Il trasferimento di Mustafà e di tutta la famiglia in provincia di Bologna dovrebbe avvenire nella seconda metà di marzo; prima il piccolo sarà sottoposto a Siena ad ulteriori esami diagnostici, finalizzati proprio al ricovero nel centro protesi Inail di Vigorso di Budrio dove, a un chilometro di distanza, stanno già allestendo un appartamento per accogliere la famiglia.
“La storia del piccolo Mustafà ha colpito tutti noi, rendendo ancora più evidenti e facendoci toccare con mano le terribili conseguenze delle guerre”, ha dichiarato Antonio Barretta, direttore generale dell’Aou Senese. Nei confronti del piccolo e della famiglia è partita una vera e propria gara della solidarietà dopo che una foto di Mustafa insieme al padre Munzir, vincitrice del premio Siena International Photo Awards, ha fatto il giro del mondo. “Quella foto ci ha cambiato la vita” aveva detto Munzir nel primo incontro coi giornalisti.