Cronaca

Sanitari morti per Covid, il governo approva un fondo da 15 milioni per l’indennizzo alle famiglie. Speranza: “Riconoscimento dovuto”

Dopo le polemiche per lo stop dell'emendamento al Senato, il finanziamento è stato inserito nel provvedimento su Superbonus e caro bollette approvato venerdì dal Consiglio dei ministri. L’indennizzo riguarda i medici non convenzionati Inail, che rappresentano oltre la metà di quelli deceduti, e le altre categorie del personale sanitario. Anelli (Fimmg): "Sanata una grande ingiustizia, un fatto etico ancora prima che economico"

Dopo le polemiche per lo stop dell’emendamento al Senato, il Consiglio dei ministri approva un fondo da 15 milioni di euro per gli indennizzi alle famiglie dei medici e dei sanitari deceduti per Covid. Il finanziamento, proposto dei ministri della Salute Roberto Speranza e della Famiglia Elena Bonetti, è stato inserito nel provvedimento su Superbonus e caro bollette approvato venerdì dal Consiglio dei ministri. L’indennizzo riguarda i medici non convenzionati Inail, ovvero non dipendenti dal Servizio sanitario nazionale – che rappresentano oltre la metà di quelli deceduti – e le altre categorie del personale sanitario. “È un giusto riconoscimento che l’Italia deve a chi ha svolto il proprio lavoro per tutelare la salute di tutti noi”, commenta Speranza. Soddisfatto il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo) Filippo Anelli, secondo cui la scelta del governo “sana una grande ingiustizia, un fatto etico ancora prima che economico”.

Sono 370 i medici e gli odontoiatri morti durante la pandemia: di questi 216 erano medici di famiglia, del 118, guardie mediche, specialisti ambulatoriali e liberi professionisti. Trenta, invece, gli odontoiatri. a cui si aggiungono novanta infermieri. La mancanza di un indennizzo “vedeva abbandonate a se stesse oltre 250 famiglie, che al dolore per la perdita aggiungevano la tribolazione economica”, spiega Anelli. La copertura dell’Inail di cui godono i medici dipendenti, infatti, non vale per liberi professionisti e convenzionati, che finora non avevano ottenuto alcun risarcimento da parte dello Stato. “Era giusto far sentire, finalmente, la voce dello Stato“, perchè “questi 250 medici sono morti per portare a termine la loro missione. Anche se mancava tutto, se le mascherine non si trovavano, se i guanti erano finiti”, ricorda Anelli.

Il via libera al fondo è “un segnale importante di sensibilità politica“, anche per Silvestro Scotti, segretario della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg): “È la dimostrazione che attraverso un dialogo serio e non urlato è possibile raggiungere obiettivi importanti e, in questo caso, anche porre rimedio ad una grave ingiustizia”, dichiara. Il subemendamento per i ristori ai medici non convenzionati Inail era stato presentato dalla senatrice della Lega Maria Cristina Cantù (Lega) in sede di conversione del decreto legge Covid del 24 dicembre scorso: il governo, però, aveva dato parere negativo per mancanza di copertura economica, così la proposta era stata riformulata in un ordine del giorno (un atto di indirizzo senza valore vincolante). Per questo il segretario del Carroccio Matteo Salvini ora si attesta il risultato: “Il governo ha deciso di rendere operativo un emendamento della Lega. Sono risultati concreti che spiegano perché sosteniamo convintamente il presidente Draghi”, dichiara.