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Ultimo aggiornamento: 17:50 del 20 Febbraio 2022

30 anni di Mani Pulite, Davigo: “Quando mi viene detto che oggi rubano come prima, io rispondo dicendo due cose…”. E racconta una barzelletta

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30 anni di Mani Pulite, Davigo: "La situazione oggi è diversa? La corruzione non è più così accentrata..." e racconta la barzelletta della guerra alle mosche
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In occasione dei 30 anni dall’inizio dell’inchiesta Mani Pulite, Peter Gomez e Gianni Barbacetto hanno incontrato Gherardo Colombo e Piercamillo Davigo, due dei protagonisti del pool che con le sue indagini minò il sistema corruttivo su cui si reggeva il potere politico-economico dell’epoca.

A chi sostiene che da allora non sia cambiato nulla, Davigo risponde che non è vero: “C’è stato un cambiamento strutturale, non so dire quantitativamente se rubano più, meno o uguale… ma per esempio, per quel che capisco io, non c’è più alcuna corruzione amministrativa accentrata, cioè il finanziamento di tutte le imprese che hanno rapporti prevalenti o esclusivi con la pubblica amministrazione, ai partiti di maggioranza, non c’è più. C’è tuttora una corruzione legislativa decentrata impressionante. Dunque, quando viene fatta questa obiezione io rispondo sempre raccontando due cose: un episodio di cui sono stato protagonista e l’altro è una barzelletta…”.

L’episodio di cui Davigo è stato protagonista risale al 1996, all’epoca partecipò a un seminario organizzato dal Consiglio Superiore sull’ordinamento giudiziario italiano e francese a confronto. “Feci il riassunto delle cose che erano accadute. Dopodiché dissi: sapete noi organi preposti alla repressione penale… magistratura, forze di polizia… svolgiamo rispetto alla devianza criminale la funzione tipica dell’evoluzione in natura: i predatori miglioriamo la specie predata. Abbiamo preso le zebre lente e sono rimaste quelle veloci”. Un intervento che i suoi superiori non gradirono, ma Davigo poi spiega: “Non c’è mai stato nessuno Stato, in nessuna epoca, che abbia abolito del tutto la criminalità. Quindi inevitabilmente si opera una selezione, si prendono i meno bravi e restano i più bravi. E questo è inevitabile. Certo noi abbiamo la giustificazione che ci hanno dimesso il paziente mentre la cura era in corso e questo non dipende da noi”.

La barzelletta invece è ambientata nel ventennio fascista, quando venne inventata la guerra alle mosche e alle zanzare, che prevedeva interventi di pubblici e privati con il Ddt contro gli insetti: “Un prefetto va in visita in un piccolo comune, c’è il podestà ad accoglierlo, quando scende la macchina viene assalito da un nugolo di mosche, allora in tono di rimprovero si rivolge al podestà dicendo: ma in questo comune non avete fatta la guerra alle mosche? E il podestà risponde: Sì eccellenza, ma hanno vinto le mosche”.

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