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Intera famiglia morta di caldo e sete nel deserto: mesi dopo dai loro smartphone emerge la verità su quanto accaduto

Le vittime sono Jonathan Gerrish, sua moglie Ellen Chung, la figlia di un anno Aurelia e il cane Oski. Quando furono ritrovati il giorno dopo, grazie all’allarme della baby sitter che non li aveva visti rientrare, erano state avanzate varie ipotesi. Ora la verità

Cronaca di una tragedia annunciata, documentata dopo mesi da foto, telefonate ed sms mai partiti per mancanza di campo: è l’epilogo dell’indagine della polizia californiana di Mariposa sulla morte di una intera famiglia per caldo e disidratazione, dopo che il 15 agosto scorso si era avventurata con soli due litri e mezzo di acqua in un sentiero del deserto della Sierra Nevada, tutto esposto al sole e senza vegetazione.

Le vittime sono Jonathan Gerrish, sua moglie Ellen Chung, la figlia di un anno Aurelia e il cane Oski. Quando furono ritrovati il giorno dopo, grazie all’allarme della baby sitter che non li aveva visti rientrare, erano state avanzate varie piste: eliminata l’ipotesi di un fulmine e della violenza fisica, si era pensato al gas tossico di una miniera abbandonata, all’acqua contaminata da alghe altrettanto tossiche di un fiume vicino, al suicidio, all’uso di alcol o droghe. Poi in ottobre la conclusione preliminare: caldo eccessivo e probabile disidratazione.

Ma solo i dati estratti dal cellulare hanno consentito agli investigatori di ricreare il tragitto della famiglia, i tempi dei loro spostamenti e le disperate, vane richieste d’aiuto quando la coppia aveva capito di essere finita in una trappola inoltrandosi troppo nel ‘Savage Lundy Trail’. Video e foto, selfie compresi, documentano le prime ore spensierate lungo il sentiero e poi la tragedia:

7.44: breve video all’inizio del sentiero
8.00: foto del sentiero
9.00: foto del fiume
9.35: foto del fiume e di loro insieme
10.00: selfie della famiglia
10.16: altro selfie familiare
10.29: foto di un torrente
11.56: invio di un sms: “…puoi aiutarci. Siamo sul Savage Lundy Trail diretti verso Hites trail. No acqua. Molto calore, con la bambina”. Ma il messaggio non parte, non c’è ricezione.
12.09: tentativo di chiamata.
12.25: foto del posto dove si trovano (forse voleva mandarlo con un sms per dare posizione, ndr)
12.35: altro tentativo di telefonare
12.36: due tentativi di chiamata sempre verso numeri non collegati al 911 (servizio emergenza,ndr)

La temperatura iniziale di 24 gradi è però salita velocemente sino a 43 gradi lungo un percorso in salita di quasi 7 km, con un dislivello di 600 metri, senza l’ombra di vegetazione. Cinque i tentativi di chiamata (non verso il 911, il numero di emergenza) nel giro di 27 minuti, poco dopo mezzogiorno, e uno per un sms: nessuno è arrivato a destinazione per la mancanza di campo.