Cronaca

Covid, la nuova strategia degli igienisti: “Non testare asintomatici vaccinati o guariti, restano cruciali diagnosi precoci e sequenziamento”

La Società Italiana d’Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica in un Position Paper suggerisce di ripensare le linee strategiche e le modalità operative per il contenimento del coronavirus, concentrandosi sui casi sintomatici e sui soggetti a rischio. Anche i criteri di modulazione della durata dell’isolamento, mentre per la scuola la priorità diventa evitare la didattica a distanza

Semplificare il tracciamento, salvaguardando invece l’efficienza della rete diagnostica e il sequenziamento genomico che restano di fondamentale importanza per contenere la diffusione del coronavirus. Sono le nuove raccomandazioni della Società Italiana d’Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI), secondo la quale il mutamento del contesto epidemiologico e delle priorità di Sanità pubblica rende necessario ripensare le linee strategiche e le modalità operative per il contenimento del Covid-19. Il contact tracing dev’essere semplificato e modulato in relazione alla diffusione della malattia, mantenendo invece in piedi la rete dei test per garantire un tampone il più presto possibile a tutti coloro che sviluppano sintomatologia o che sono soggetti a rischio. Gli asintomatici, se guariti o vaccinati con il booster, non devono essere testati. E devono essere revisionati anche i criteri di modulazione della durata dell’isolamento e di fine isolamento, sempre in relazione allo stato immunitario del soggetto. Infine, il tema scuola: deve essere attuata ogni azione per evitare la didattica a distanza e le classi devono essere un ambiente sicuro con alte coperture vaccinali.

Le nuove raccomandazioni sono contenute in un Position Paper elaborato da un pool di esperti del SItI. Il tracciamento, si legge, è “una misura di sanità pubblica essenziale per il contrasto alla diffusione del Covid, unitamente alla ricerca attiva e alla diagnosi tempestiva dei casi ed in sinergia con le altre misure di prevenzione e distanziamento fisico. La finalità è quella di favorire la diagnosi precoce e di interrompere le catene di contagio mediante la rapida identificazione e presa in carico dei casi secondari. Ha la sua utilità massima in presenza di un numero di casi limitato (15 casi ogni 100.000 abitanti) e la sua rilevanza diminuisce al crescere del numero dei casi. Quando il contagio si diffonde con l’intensità e la velocità dell’attuale quadro epidemiologico, non ha più nessuna utilità ed è peraltro impossibile da attuare; dovrebbe comunque essere sempre assicurato almeno in determinati contesti ad alto rischio“. La società italiana di igiene propone quindi di “semplificare e modulare” il tracciamento e “automatizzarne” l’implementazione in tutto il Servizio Sanitario Nazionale (come già realizzato in alcune regioni e province autonome) anche mediante procedure informatizzate di acquisizione degli esiti dei test diagnostici e di messaggistica verso i pazienti a supporto dei corretti protocolli di isolamento e guarigione.

La ricerca attiva dei casi e la diagnosi precoce e programmi continui di sequenziamento genomico sono invece “di fondamentale importanza per la prevenzione della diffusione del contagio e per il monitoraggio della circolazione delle varianti virali, nonché per avviare un trattamento domiciliare precoce in pazienti che presentino fattori di rischio per lo sviluppo di forme gravi di malattia”. Quindi, spiega il Position Paper, “è necessario mantenere in efficienza la rete diagnostica di prossimità per garantire agevole accesso al test quando appropriato: garantire l’effettuazione di un test il più presto possibile a tutti coloro che sviluppano sintomatologia suggestiva di covid-19; nell’ambito della gestione dei contatti in auto sorveglianza modulare l’esecuzione del test in relazione allo stato immunitario del soggetto e alla presenza di patologie concomitanti; testare a seguito di esposizione a rischio i soggetti che hanno condizioni che predispongono a forme gravi di covid 19; non testare soggetti asintomatici guariti da meno di 120 giorni; non testare soggetti asintomatici vaccinati con dose booster; non testare soggetti asintomatici vaccinati con ciclo primario concluso da meno di 120 giorni; sospendere lo screening periodico degli operatori sanitari fatti salvo i reparti ospedalieri a maggiore rischio (es. oncologia, neonatologia, rianimazione) e continuare invece a svolgere attività di screening sugli operatori finalizzate al contenimento dei cluster di comunità (es. residenze sanitarie assistenziali, strutture socioassistenziali, altre comunità che ospitano soggetti a rischio); superare l’utilizzo del tampone preventivo”.

L’isolamento dei casi confermati “rimane il caposaldo per la prevenzione della malattia. Si ritiene opportuno revisionare i criteri di modulazione della durata dell’isolamento e di fine isolamento in relazione allo stato immunitario del soggetto”. In merito alla gestione delle scuola, “ogni azione deve essere attuata per evitare la didattica a distanza. La scuola sicura è una scuola con alte coperture vaccinali”. Le proposte della Siti sono le seguenti: allineare il sistema di sorveglianza in ambito scolastico alle indicazioni valide per la popolazione generale; monitorare la temperatura all’ingresso e promuovere l’auto-sorveglianza in presenza di casi nella classe; accelerare le vaccinazioni nelle scuole in particolare nella fascia di età 5-12 anni; allontanare dalla scuola solo gli alunni malati. E ancora. Prevenzione: “Mantenere tutte le misure di contenimento nei luoghi chiusi ogni volta che ci sia sovraffollamento (es. discoteche): mascherine, distanziamento interpersonale, igiene delle mani e aerazione dei locali; rivalutare le indicazioni d’uso dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie, in particolare di tipo FFP2 (es. scuole, attività sportive) anche considerando l’assenza di omologazione degli stessi per la fascia pediatrica”.

In merito alla vaccinazione, “realizzare una campagna informativa mirata che metta in evidenza soprattutto i benefici della vaccinazione in termini di protezione per il singolo e non solo di aumento delle coperture vaccinali e somministrazione delle dosi booster”. La comunicazione ai cittadini, secondo gli esperti, “deve inoltre valorizzare maggiormente la straordinaria efficacia della campagna vaccinale nell’invertire la drammatica rotta della pandemia e aumentare la consapevolezza che il vaccino rimane l’unico scudo contro l’eventuale recrudescenza dei contagi. In questo senso si auspica anche una presa di posizione più netta sul valore aggiunto della copertura immunitaria da vaccino rispetto alla protezione da malattia naturale, smitizzando che sia pericoloso vaccinare un soggetto guarito”. Infine, il Position Paper suggerisce di “prevenire e presidiare i possibili conflitti fra lavoratori vaccinati e non vaccinati al rientro al lavoro delle persone non vaccinate sia alla guarigione dalla malattia da covid-19 che alla cessazione dell’obbligo di vaccinazione/super green pass”. Il documento è firmato da Elena Alonzo, Gabriele Bagnasco, Vincenzo Baldo, Paolo Bonanni, Paolo Castiglia, Nicolò Casuccio, Danilo Cereda, Sandro Cinquetti, Michele Conversano, Enrico Di Rosa, Marino Faccini, Alberto Fedele, Antonio Ferro, Daniel Fiacchini, Fausto Francia, Giovanni Gabutti, Rocco Russo, Giancarlo Ruscitti, Carlo Signorelli, Antonietta Spadea, Emanuele Torri, Simona Ursino e Maria Grazia Zuccali.