Un lupo e un agnello, stimolati dalla sete, erano giunti a uno stesso ruscello. Più in alto stava il lupo, molto più in basso l’agnello. Allora il primo, prepotente e spinto dall’insaziabile gola, addusse un pretesto di contesa: “Perché – disse – mi hai intorbidito l’acqua mentre bevevo?” E l’agnello timoroso: “Ma scusa, o lupo, come posso fare quello di cui ti lamenti? L’acqua scorre in giù dalle tue alle mie labbra”. E l’altro, vinto dalla forza della verità: “Sei mesi fa – riprese – hai detto male di me”. Rispose l’agnello: “Ma se non era ancora nato!” “Tuo padre allora – replicò – disse male di me”. E senza dire altro, afferra il povero agnello e lo mangia ingiustamente. Questa favola è stata scritta per quegli uomini che con falsi pretesti opprimono gli innocenti.
La celebre favoletta di Fedro sintetizza mirabilmente l’eterno confronto fra mitezza e prepotenza. Il prepotente tende sempre a confondere le acque, a indossare i panni della vittima, per giustificare le sue indebite mire. Spera così di isolare i bersagli, per coglierli soli e indifesi. La prepotenza appare troppo stupida per essere vera: le guerre lasciano tante macerie dietro di sé! Perciò, all’inizio, lascia attoniti… Ma il prepotente ragiona in modo diverso: conta sul fatto che le sue vittime non possano o non vogliano reagire.
Il caso di Hitler è paradigmatico. Il 7 marzo 1936 le truppe naziste occuparono la Ruhr demilitarizzata violando il Trattato di Versailles. Constatata l’assenza di reazioni, dopo due settimane Hitler annunciò il riarmo (illegale); il pretesto fu un vago “Trattato di mutua assistenza” fra Francia e Russia, difensivo, attivabile solo col benestare della Società delle Nazioni. Hitler lo definì “una minaccia”. E l’ex primo ministro inglese David Lloyd George dichiarò: “Hitler’s actions are fully justified to protect his country… he would have been a traitor to Germany if he had failed to act” [‘Le azioni di Hitler sono pienamente giustificate per proteggere il suo paese… sarebbe stato un traditore della Germania se non avesse agito’].
Negli anni seguenti, Hitler appoggiò il fascista Franco. Nel marzo 1938 annetté l’Austria, nel 1939 i Sudeti (minoranze tedesche), poi tutta la Cecoslovacchia. Si accordò con la dittatura sovietica, pretese un pezzo di Polonia (“corridoio” per Danzica), poi inscenò un finto attacco polacco alla frontiera, invase la Polonia, e sterminò milioni di civili ebrei e slavi. Perché: la Germania aveva bisogno di “spazio” (“vitale”) intorno a sé. In tutte queste circostanze, vi furono europei e americani (come Lindberg) disposti a giustificare i nazisti.
Il parallelo con la Russia di Vladimir Putin è netto. Il 5 dicembre 1994 (Memorandum di Budapest) l’Ucraina rinunciava alle sue armi nucleari e la Russia si impegnava a rispettarne l’indipendenza e l’integrità territoriale. Ma, dopo essersi presa un pezzo di Georgia, nel 2014 la Russia annetteva la Crimea, perché “tutto, in Crimea, parla di Storia ed orgoglio condivisi fra di noi”. All’estero dissero: in fondo in Crimea parlano russo! Poi appoggiò il fascista Assad. Sobillò, finanziò, e armò gli indipendentisti nell’Ucraina orientale, annettendosi di fatto quelle regioni. Ora prova ad accordarsi con la Cina (che però sembra più saggia di Stalin), mentre provoca scontri con l’Ucraina per poterla invadere.
L’altro (nuovo) pretesto è la Nato. Dopo l’annessione della Crimea, la Nato ha schierato 5000 uomini nei Paesi Baltici e in Polonia, che certo non minacciano la Russia. La loro funzione è la deterrenza, cioè farsi sparare addosso in caso di attacco russo, per garantire ai russi che la difesa dei Paesi liberi dell’Est Europa è preso sul serio in Occidente. Putin invece vorrebbe campo libero; e pretende il ritiro dei soldati Nato!
In realtà, anche l’eventuale ingresso dell’Ucraina nella Nato non cambierebbe il quadro strategico. La Russia non è “accerchiata”: le sue frontiere – dall’Oceano Pacifico, Cina, Pakistan, Kazakhistan, a Kaliningrad, solo in minima parte sono con Paesi Nato. La Nato è un’alleanza meramente difensiva che non ha mai invaso e non minaccia nessuno. Ha in Europa forze convenzionali e nucleari molto inferiori a quelle schierate dai russi (i soli che possono rapidamente aumentarle). L’esercito russo è moderno; gli eserciti Nato sono “leggeri” e spesso obsoleti. La Nato non ha nessuna capacità militare offensiva in Europa: è dubbio persino che abbia sufficienti capacità difensive.
Non so quale sia l’atteggiamento ideale di fronte alle minacce di Putin. Ma certo non sta alla Russia decidere gli assetti difensivi di Paesi sovrani intorno ai suoi confini. Purché tali assetti non diventino pericolosi per la Russia: il punto è che non lo sono affatto (ma si può sempre negoziare). In realtà Putin vuole l’Ucraina e i Paesi baltici, e rifare l’Urss. Troppi in Italia superficialmente cedono alla propaganda russa sulle presunte minacce Nato. L’atteggiamento quasi di equidistanza fra Russia e America, svogliato sulle sanzioni, infastidito dai diritti degli ucraini, tollerante verso l’imperialismo russo, è pericoloso per la pace.
Ho lavorato per anni in difesa dei diritti umani in America Latina, ho denunciato centinaia di volte le manipolazioni americane (anche sull’Iraq), non credo che qualcuno possa darmi lezioni sul tema. Ma tutto ciò non giustifica oggi alcuna equidistanza o sottovalutazione. Gli ucraini non sono merce di scambio strategica; così gli altri popoli dell’Europa orientale.