In rialzo gli indici che rilevano gli orientamenti dei responsabili degli acquisti, sia in Germania che nel resto della zona euro, soprattutto per quel che concerne il settore dei servizi
La Germania entrerà in recessione nel primo trimestre del 2022 a cui farà però seguito una forte ripresa primaverile. Lo rende noto oggi la Bundesbank, la banca centrale tedesca.Dopo l’ultimo trimestre del 2021 che si è chiuso con un arretramento del Pil dello 0,7% anche il primo del 2022 sarà con il segno meno, configurando appunto uno stato di recessione che si caratterizza per almeno due trimestri consecutivi di calo del Pil. Più che quella che si annuncia come una recessione “flash”, dettata dalle chiusure per arginare la pandemia ora in fase di allentamento, a preoccupare è il dato sui prezzi alla produzione industriale di gennaio. Un dato che tende ad anticipare il futuro andamento dei prezzi al consumo, quindi l’inflazione. A gennaio l’indicatore ha segnato un rialzo del 25% rispetto a gennaio 2021. Si tratta, riferisce l’Ufficio di statistica federale tedesco, dell’incremento più consistente mai registrato su base annua. Rispetto a dicembre 2021 i prezzi sono saliti del 2,2%. “La responsabilità principale” di questa impennata, sottolinea l’Ufficio di statistica in una nota, “permane l’incremento dei prezzo dell’energia”, cresciuti nei 12 mesi del 66,7% (+1,3% su dicembre 2021), con in testa il gas naturale (+119%). L’aumento dei prezzi alla produzione continuerà ad esercitare pressione sui prezzi al consumo, cresciuti a gennaio del 4,9%. L’ultimo dato sull’inflazione tedesca, relativo a gennaio, ha mostrato un rialzo al 4,9%.
Che la recessione sia la lo evidenzia anche l’andamento dell’ indice Pmi (Purchasing manger index) di Ihs Markit entrambi con i rialzo più veloce degli ultimi sei mesi. L’indice rileva gli orientamenti dei responsabili degli acquisti nei vari settori. L’indicatore sulla produzione è salito a 56,2, da 53,8 di gennaio, esibendo “la più forte crescita nel settore privato in sei mesi”, si legge nella nota. L’indice pmi dei servizi è passato da 52,2 a 56,6, al di sopra del livello di 53,1 atteso, mentre quello manifatturiero è sceso da 59,8 a 58,5, deludendo le attese degli economisti, che si aspettano un dato stabile a 59,8. Le rilevazioni di Markit sono in miglioramento in tutta la zona euro, soprattutto nel settore terziario, anche se pure la produzione manifatturiera ha riportato maggiori incrementi produttivi grazie all’aumento della domanda e la riduzione dei disagi sulla catena di distribuzione. L’indice composito della Produzione nella zona Euro è salito a 55.8 (52.3 a gennaio). segnando il valore più alto in 5 mesi. Quello delle Attività terziarie ha raggiunto quota 55.8 (51.1 a gennaio), il valore più alto in 3 mesi. L’indice della Produzione Manifatturiera nella zona Euro è cresciuto a 55.6 (55.4 a gennaio), il valore più alto in 5 mesi.