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Ultimo aggiornamento: 14:20 del 22 Febbraio 2022

Bassetti insultato dai no vax in centro a Genova. Lo sfogo: “Siamo il Paese dove ‘uno vale uno’ e dell’invidia sociale. Manderò i miei figli all’estero”

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Lungo sfogo di Matteo Bassetti, primario del reparto Malattie Infettive dell’ospedale San Martino di Genova, sulla recente aggressione verbale che ha subito da un gruppo di no vax, mentre si concedeva un aperitivo con la moglie nella centralissima via XX Settembre di Genova.

Ospite della trasmissione “L’Italia s’è desta”, su Radio Cusano Campus, l’infettivologo racconta l’accaduto: “Avevo piacere di passare mezz’ora con mia moglie senza scorta, è stata una mia responsabilità perché non li avevo avvertiti. A volte pesa questa situazione. Queste persone che gridano alla libertà non si rendono conto che la loro libertà finisce quando recintano la mia. Sono dei violenti – spiega – anche se non tutti quelli che vanno in piazza sono così. Mi è stato addirittura detto che non dovevo andare in centro a Genova perché c’era la manifestazione. Sono mesi che ogni sabato c’è la manifestazione dei no vax. La piazza è loro? Il centro di Genova è loro? Se è così non va bene”.

E aggiunge: “Purtroppo questo è un Paese dove c’era da aspettarsi quello che mi è successo. Era normale che accadesse in un Paese dove uno vale uno o vale di più aver studiato su Facebook e su Twitter che non aver fatto un cursus studiorum di 30 anni. Il problema viene da lontano. Questo è un Paese che è stato fatto in questo modo negli ultimi 10 anni. Io sono stupito e sconvolto. E non voglio che i miei figli crescano in un Paese così e quindi farò di tutto o per cambiarlo o per mandarli all’estero. È un Paese che non dà valore alle persone, è un Paese dove regnano l’odio e l’invidia sociale“.

L’infettivologo conclude: “Io sono stato a lavorare negli Usa due anni e lì se uno ha successo, le persone fanno di tutto per emularlo. Da noi invece quella stessa persona è automaticamente un raccomandato o un ladro o un mafioso o un massone. Questa è l’Italia dell'”uno vale uno” purtroppo. O cambiamo questa Italia per i nostri figli oppure medici e giornalisti avranno la scorta. Io chiedo solamente e fortemente di poter fare il mio lavoro – chiosa – Se io dico a una persona di vaccinarsi, faccio il mio mestiere. Purtroppo credo che molte di queste persone non comprendano nel senso che sono ignoranti. Allora, di fronte all’ignoranza, che poi è quella che abbiamo portato al governo degli ultimi 10 anni, purtroppo si deve contrapporre la tutela della propria persona, come nel mio caso con la protezione della polizia”.

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